800 nuove ordinanze, di cui il 70 per cento nei comuni del Nord, sono state emesse dopo l’emanazione del cosiddetto pacchetto sicurezza.
Il dato è stato diffuso ieri dal Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nel corso della riunione per discutere la nuova Carta di Parma per la sicurezza urbana, che si è tenuta ieri nella città emiliana. Erano presenti i sindaci di 21 città medie italiane, invitati dal primo cittadino di Parma Pietro Vignali.
“Ritengo questo un tavolo molto utile – ha dichiarato il Ministro Maroni – perché è composto da sindaci di varia estrazione politica che vogliono risposte concrete. Nel pacchetto sicurezza è stato accolto l’80 per cento delle proposte fatte dai sindaci nella precedente stesura della Carta. Soprattutto, si è introdotto il concetto di “sicurezza urbana” che non si basa solo sulla repressione, ma anche, e soprattutto, sulle politiche di integrazione; e quando parlo di integrazione non mi riferisco soltanto ai problemi connessi all’immigrazione, ma a qualsiasi tipo di disagio. La sicurezza è un bene pubblico e come tale va tutelato”.
“Le città medie – ha continuato Maroni - sono caratterizzate da un alto livello di qualità della vita e da grande coesione sociale; per questo i problemi legati alla sicurezza, che disturbano questo equilibrio, causano molto disagio nella popolazione. I sindaci mi chiedono strumenti ed è giusto che li abbiano perché hanno grandi responsabilità. Avere loro attribuito il potere di emanare ordinanze in qualità di ufficiali di governo e non solo in caso di urgenza è uno strumento concreto, che ha dato i suoi frutti."
I sindaci hanno chiesto di varare al più presto la riforma della Polizia Locale e di far uscire dal patto di stabilità le spese connesse alla sicurezza (ricomprendendovi anche quegli investimenti come l’illuminazione pubblica, la recinzione dei giardini, le opere pubbliche che hanno come ricaduta diretta un aumento della sicurezza urbana).
È stato inoltre varato un comitato ristretto permanente, formato dai sindaci di Parma, Verona e Modena, che si riunirà periodicamente elaborando le proposte da sottoporre agli altri primi cittadini e poi al ministro.
Gli amministratori locali hanno poi sottolineato come non siano i sindaci a potere risolvere da soli i problemi della sicurezza e hanno fatto presente il rischio che si ingeneri la falsa convinzione che siano gli unici a garantire la tranquillità nelle città.
“È paradossale – ha dichiarato il sindaco di Alessandria, Piercarlo Fabbio - che di fronte all’aumentare dei poteri dei sindaci si sia registrata un’attenuazione del coordinamento con le forze dell’ordine; l’impegno dei comuni è quello di unire le forze e non di parcellizzarle. E’ importante anche scambiare esperienze e buone pratiche; ad esempio, il sindaco di Parma ha emesso un’ordinanza per cui nei call center sono necessari tre servizi igienici, mentre in Alessandria se ne richiede uno solo. Questo ha permesso, a Parma, di sfoltire il numero di questi locali, spesso mal sopportati dalla popolazione locale”.
I sindaci hanno poi richiesto una serie di nuovi interventi per concludere il percorso della legge contro la prostituzione, per introdurre nuovi poteri di intervento sugli sgomberi, per inasprire le pene a chi smercia alcolici ai minori, per introdurre sanzioni pecuniarie ai locali pubblici chiusi temporaneamente o definitivamente per motivi di sicurezza e per poter trasformare le sanzioni pecuniarie in prestazioni personali di interesse pubblico (per esempio in giornate lavorative presso enti o istituzioni di volontariato, o interventi in riparazione del danno arrecato).