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Sabato 11 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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26/08/2005

Ritirare la delibera sul voto agli stranieri

Questa la richiesta di Forza Italia al centrosinistra che governa Alessandria, dopo il parere del Consiglio di Stato che nega la facoltà ai Comuni di estendere il diritto di voto agli stranieri non comunitari residenti.

   

Ritirare la delibera sul voto agli stranieri

“Chiediamo, dopo il parere del Consiglio di Stato n. 11074/04 del 6 luglio scorso, il ritiro dall’ordine del giorno del Consiglio comunale della delibera con la quale l’Amministrazione di centro sinistra intendeva conferire agli stranieri residenti il voto attivo e passivo per le Circoscrizioni”. Così senza mezzi termini e senza fronzoli il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ad Alessandria, Piercarlo Fabbio.

L’esponente azzurro ricorda come il ragionamento condotto dalla prima e seconda sezione riunite del Consiglio di Stato riproponga il nodo della riflessione condotta da FI e dalle altre forze politiche della CdL già dalla scorsa Primavera: “non vi è alcuna competenza riservata dalla legge agli Statuti comunali per la materia.” “Quella che è straordinaria - continua Fabbio - politicamente parlando, è la cocciutaggine di una maggioranza che, a fronte di rilievi giuridici esposti a più riprese nelle commissioni da FI, si è arroccata dietro sedicenti dichiarazioni da avanguardie culturali, che nulla hanno a che vedere con il fatto che viviamo in un regime di competenze esclusive e che un Comune non può fare ciò che invece tocca fare al Parlamento. Diversa questione sarebbe quella di valutare un ordine del giorno che chiedesse alle Camere di affrontare la questione e di portarla positivamente a termine. Casomai i molti Disegni e Proposte di Legge presentati, sia alla Camera, sia al Senato, testimoniano l’attenzione dei deputati e dei senatori al problema dei diritti politici degli stranieri residenti non cittadini.”

E qui Fabbio lascia uno spiraglio alla maggioranza, cioè quello di una dichiarazione di volontà del Consiglio verso il Parlamento, mentre rimane aperta la questione del forum degli stranieri e del rappresentante in Consiglio dello stesso. In questo caso Forza Italia aveva dato un assenso di massima, fatte salve alcune valutazioni sulle competenze dell’istituto di partecipazione popolare, e sul diritto del rappresentante in Consiglio di prendere la parola solo in caso di discussione su argomenti correlati alle questioni dell’immigrazione, dell’integrazione e dei diritti civili. FI aveva presentato su questa delibera specifici emendamenti (vedi più avanti).

Ora, alla luce del parere del Consiglio di Stato, mentre cambia radicalmente il panorama riguardante la delibera sul voto degli stranieri residenti non cittadini per le Circoscrizioni, non muta però quello connesso agli istituti di partecipazione.

 

Cosa dice il Consiglio di Stato

La prima e seconda sezione del Consiglio di Stato hanno deliberato in seduta congiunta un parere sulla materia (ammissibilità degli stranieri non comunitari all’elettorato attivo e passivo nelle elezioni degli organi delle circoscrizioni comunali) a richiesta del Ministero dell’Interno, dopo i casi di Forlì, Genova e Torino, il 6 luglio 2005.

Nel parere si afferma che “le Sezioni Riunite I e II non ritengono che, allo stato, possa affermarsi il cennato diritto di elettorato di cui manca e un esplicito riconoscimento e, come ha ritenuto la stessa Sezione II nel parere del 28 luglio 2004 (che aveva ipotizzato un eventuale concessione del diritto, ove le Circoscrizioni venissero considerate meramente come istituti di partecipazione), ogni necessaria conformazione che ne consenta la identificazione e l’esercizio.”

Il Consiglio si rifà alla Costituzione: “gli art. 48 e 51 espressamente coniugano, con la cittadinanza, il diritto di elettorato e di accesso agli uffici ed alle cariche pubbliche con norme letteralmente positive di riserva di legge.

Per sua parte, l’art. 10 prescrive che “ la condizione giuridica dello straniero “ il suo status, cioè, civile e politico, “ è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali “che, ai sensi dell’art. 80, se “sono di natura politica” o “importano… modificazioni di leggi” sono ratificati previa autorizzazione legislativa dalle Camere.

L’art. 117, infine, pur nel quadro dell’ampia autonomia riconosciuta dal nuovo testo del Titolo V, riserva alla legislazione esclusiva dello Stato le materie, tra l’altro, della “condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea”, della “immigrazione “, della “legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane”.

Pare che le riassunte norme siano, da una parte, univocamente coordinate tra loro e, d’altra parte, di contenuto tale da far ritenere già a livello letterale, che così la condizione giuridica degli stranieri come, in particolare, una loro eventuale ammissione al voto, anche a livello comunale, costituiscono materia riservata alla legislazione esclusiva dello Stato che può delegare, epperò solo alle Regioni, eventuale regolamentazione subordinata.”

Quanto al valore delle Circoscrizioni come organi di decentramento amministrativo e non come semplici istituti di partecipazione, l’organo giurisdizionale dedica un’intera sezione del proprio parere: “Ci si deve dare carico, benché la tematica sembri a questo punto perdere rilievo, della tesi che, come sopra si è precisato, nega che la circoscrizione eserciti funzioni politiche e di governo ovvero assolva a pubbliche funzioni in materie tali da ritenersi precluse ai non cittadini e che riduce la stessa circoscrizione, in sostanza, al mero esercizio di attività soprattutto partecipative e consultive.

La tesi non può essere condivisa.

Le circoscrizioni sono, a mente del più volte citato art. 17, organi necessari nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, eventuali nei comuni con popolazione da 30.000 a 100.000 abitanti, e di rilievo pubblico tale che, nei comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti, possano essere disposte “accentuate forme di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa e funzionale” e fatto rinvio “alla normativa applicabile ai comuni aventi uguale popolazione”.

Le materie attribuite al Sindaco, quale ufficiale di governo, di cui all’art. 54, comma 1, lettere a) b) c) e d), nonché indicate dall’art. 14 TUOEL, tutte materie di indubbia ed essenziale natura pubblica, possono essere delegate al Presidente del Consiglio circoscrizionale.

A quest’ultimo Consiglio possono essere delegate, e nella prassi sono delegate, ulteriori funzioni pubbliche del Comune, che pur quando limitate, come nel Comune di Forlì, (“ai lavori pubblici, alle aree verdi circoscrizionali, ai servizi comunali che si svolgono nella circoscrizione, con particolare riguardo alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, all’uso di istituto ed alla gestione dei beni destinati e ad attività assistenziali, scolastiche, culturali, sportive e ricreative”; v. art. 51) sono funzioni di rilevante interesse pubblico e tali da valutare e comporre interessi, privati e pubblici, di notevole spessore, così politico come amministrativo.

Le deliberazioni circoscrizionali, “a tutti gli effetti atti del comune” (art. 51 co. 5), partecipano, all’evidenza, della natura di questi ultimi e concorrono a caratterizzare un organo che, in quanto “di decentramento” non può che condividere il munus publicum che caratterizza il comune, e che consegue, peraltro, ad un procedimento elettorale, di per sé connotazione evidente dell’esercizio di funzioni e rappresentative e pubbliche.

Le stesse attribuzioni in materia di partecipazione e consultazione non sembrano, infine, estranei all’ufficio pubblico del quale è investita la circoscrizione.

Non è minimizzando la funzione delle circoscrizioni che si rende un buon servizio alle realtà locali e al contenuto dei diritti di voto cui aspirano, il più delle volte a giusto titolo, gli stranieri residenti.”

 

Gli emendamenti di Forza Italia sulla delibera del Forum (anche cliccando qui)

 

Il Consiglio di rappresentanza degli stranieri

Forza Italia ha mirato innanzitutto a definirlo con minor pomposità e senza che vi fossero equivoci terminologici. Il Consiglio Comunale è un organo unico, esponenziale della intera Comunità locale, rappresentativo di ogni cittadino, diventa assai pretenzioso chiamare un altro organismo “Consiglio”. Meglio “Forum”, che individua un reale istituto di partecipazione ed evita confusioni. Come se gli italiani avessero un loro Consiglio e gli stranieri, invece, ancora non cittadini italiani, una loro enclave nell’ordinamento tale da fare apparire simili le due entità. Il Forum degli stranieri verrebbe eletto dai cittadini non comunitari e dagli apolidi residenti continuativamente da tre anni nel Comune di Alessandria e che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Un apposito regolamento definirà più precise modalità nell’espressione del voto.

 

Le materie di competenza del Forum

Gli azzurri hanno messo a punto una distinta delle materie di competenza del Forum, che rispondono ai reali problemi connessi all’integrazione culturale, razziale ed etnica. Eccoli elencati: raggiungimento dell’effettiva parità dei diritti civili tra cittadini italiani e stranieri non comunitari, e apolidi; diritti e doveri di cittadinanza; rimozione delle discriminazioni razziali; diritti di accesso, informazione, rappresentanza e partecipazione alla vita pubblica locale; problematiche connesse al radicamento sul territorio comunale e motivi dello stesso; diritti e doveri dei nuclei familiari; diritti ai servizi pubblici comunali. Sono le stesse materie sulle quali l’osservatore del Forum degli stranieri in Consiglio Comunale potrà avere diritto di parola.

 

Osservatore del Forum degli Stranieri in Consiglio Comunale

Non è un Consigliere Comunale aggiunto senza diritto di voto come vorrebbe il centrosinistra, ma una figura più legata al Forum e alle sue competenze di partecipazione. Può intervenire in Consiglio solo sulle materie sulle quali il Forum ha competenza (vedi sopra), in quanto visto come testimone del tempo, quindi in grado di arricchire il dibattito del Consiglio su particolari temi, che oggi potrebbero apparire meno conosciuti di altri, perché afferenti ad un macrocosmo etnico ed etico non omogeneo e con usi e costumi sostanzialmente dissonanti con quelli della comunità alessandrina. Non a caso è Osservatore il Presidente del Forum. La sua partecipazione alle adunanze del Consiglio è regolato da apposito regolamento o dal Regolamento del Consiglio Comunale medesimo, a differenza del disegno di centrosinistra che lo paragona a tutti gli effetti ad un Consigliere Comunale eletto, con pari funzioni, ma con l’esclusione del diritto di voto.

 

 

L’intero testo del parere del Consiglio di Stato

Pubblicato sul sito www.fabbio.it in Home page.

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria