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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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05/09/2002

Ex strutture militari: chi occupa cosa e perché?

Dall'ex Distretto Militare, all'ex Ospedale militare, dalla Cittadella alla Valfrè… 15° puntata di "Non solo per panchine" - rubrica su Radio BBSI

   

Alessandria doveva essere virata allo sviluppo. Era un must per il sistema politico locale. Sia il programma elettorale della nuova Giunta, sia i primi passi in Consiglio Comunale non lasciano intravvedere molto di buono. Fidiamo nella prossima consegna del Documento Programmatico, che dovrebbe essere una sorta di summa amministrativa per il prossimo quinquennio, e attendiamo pazientemente ancora qualche giorno, senza criticare troppo! Allora pare utile interessarsi di un motivo di fondo per il nostro sviluppo, quello dell'utilizzo di strutture militari dismesse o in dismissione, che sono particolarmente diffuse in città. L'elenco è presto fatto: dall'ex Distretto Militare di piazza della Libertà, all'ex Ospedale militare di via XXIV Maggio, dalla Cittadella alla Valfrè. Probabilmente c'è d'altro, ma bastino queste citazioni per dare l'idea di quanto conti ancor oggi, in termini di occupazione di spazi, l'insediamento militare per la sistemazione urbanistica alessandrina. Ci vuole quindi un metodo da applicare a questo specifico settore. Fino a pochi anni fa - nemmeno tanti se negli anni Settanta si vociferava di Corpo d'Armata in città - la nostra economia faceva registrare una notevole ricchezza in termini di trasferimenti dallo Stato (le "paghe" dei soldati…). Una sorta di reddito "derivato", che poi veniva consumato o risparmiato - quindi potenzialmente investito - nella nostra comunità. Senza parlare dell'indotto che si creava per sostenere, approvvigionare, mantenere le migliaia di militari di stanza. Si può tranquillamente affermare che le strutture che contenevano varie articolazioni dell'esercito producessero un significativo reddito per Alessandria. Ora i militari se ne sono quasi andati da ogni struttura occupata - anche il 21° Alfonsine ha ammainato bandiera - ma alla città, intesa come pubblica amministrazione e anche come comunità di operatori economici, sono rimasti gli edifici di quella particolare attività. Ora occorre ragionare in termini di destinazione e di occupazione delle strutture, come se dovessimo sostituire, attualizzandolo, il volume di reddito che all'interno di quei fabbricati veniva prodotto. Per cui è assolutamente necessaria una regia generale attraverso la quale si sappia che verrà data priorità alle attività economiche redditizie, piuttosto che a servizi di comunità, certamente pregiati, che già trovano o troveranno ampia disponibilità di spazi e di luoghi deputati, come nel caso dell'offerta culturale (pinacoteca e museo) nell'ex Ospedale Militare. Per la Valfrè, in special modo, andranno scandagliate le attività che più attraggono attualmente attenzioni e risorse in città, offrendo innanzitutto alla discussione dell'opinione pubblica alcune idee di destinazione d'uso che, finora, la Giunta non ha saputo o voluto proporre. Un esempio? Qual è la prima azienda in Alessandria? Quella Ospedaliera. Bene. Allora è utile indicare una destinazione potenziale per la Valfrè, affinché possa essere costruito un nuovo Ospedale, piuttosto che raffazzonare continuamente quello vecchio con notevole esborso di danaro pubblico. Altre città del Piemonte hanno fatto la scelta di nuovi e più moderni monoblocchi e penso che abbiano avuto ragione, tenuto anche conto della disponibilità della Regione di finanziare tali investimenti. Nulla vieta inserire questa necessità nel carnet delle cose da fare. E se tale iniziativa non avesse riscontro nei responsabili o nella pubblica opinione, per metodo, sarebbe giusto passare all'altra attività d'eccellenza di Alessandria, che è costituita dall'Università, verificando quali esigenze e, soprattutto quali sviluppi potrebbe avere una destinazione d'uso orientata ai settori degli studi e della ricerca universitari. E la neo-Giunta cosa ha proposto finora? Nulla. Pragmaticamente ha preferito affermare che si vedrà quando si saprà se la Valfrè verrà dismessa ed in quali termini. In altre parole i nuovi amministratori sono troppo nuovi per averci pensato. La città, almeno per quanto riguarda la Valfré, rimanga in stand-by. Ah, alla prossima! Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria