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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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10/01/2002

Ghigo tenta il primato della politica

La vicenda delle Molinette e del suo Direttore Generale riporta in auge il rapporto con la burocrazia. Le rivoluzioni giustizialiste al massimo pongono il problema, ma non lo risolvono. Lo dimostra tangentopoli!

   

La vicenda delle Molinette e del suo Direttore Generale, il dottor Luigi Odasso, al di là delle responsabilità penali, riporta in auge il mai del tutto preso in considerazione rapporto tra politica e burocrazia. Già dopo tangentopoli, la politica, delegittimata e stanca, aveva segnato il passo. Una serie di leggi avvicendatesi nel corso degli anni Novanta aveva sottratto alla politica buona parte del suo potere reale. La separazione fra decisione e gestione - la prima affidata alla politica, la seconda alla burocrazia - avrebbe potuto essere un buon discorso, se i controlli avessero funzionato e se fossero attendibili del tutto. Ma anche il migliore dei controlli, il più puntuale, il più costante e rigoroso non può certo sconfiggere i comportamenti umani meno nobili e morali. Quando Enzo Ghigo, un gentiluomo prestato alla politica sulla cui onestà e dignità è fin inutile discutere, dice al Consiglio Regionale del Piemonte, che i controlli applicati alla situazione di Molinette avevano offerto un quadro positivo e rassicurante non solo alla maggioranza, ma anche ad ampli strati dell'opposizione, dichiara il vero e dimostra anche il limite e la fragilità del diaframma fra politica e burocrazia. Anzi, segnala drammaticamente lo sbilanciamento del sistema a favore della tecnocrazia. Quando la politica non riesce a chiudere i varchi che consentono facilmente al funzionario disonesto di compiere delitti contro la Pubblica Amministrazione, significa che le leggi vigenti soddisfano solo parzialmente il bisogno di moralità nei comportamenti che l'opinione pubblica, la deontologia, l'etica dell'essere dell'uomo politico impongono. Bene, Ghigo è stato lucidissimo, dicendo e lasciando capire la necessità di un cambiamento che, probabilmente, dovrà essere pensato e vagliato con grande attenzione dal legislatore. Se i pondi tra politica e burocrazia devono essere riequilibrati ovvero devono essere individuati strumenti per i quali la politica riesca ad affermare la sua primazia, è altrettanto certo che sorge un altro problema: quello, mai risolto fino in fondo, del finanziamento della politica. È da tangentopoli - e si sa che le rivoluzioni giustizialiste al massimo pongono il problema, ma non lo risolvono - che la contesa è aperta e, decisamente, irrisolta. Sarebbe veramente ridicolo che, sopita la sistemica tendenza a collegare poteri forti e politica attraverso il vincolo-legame delle risorse messe a disposizione in particolari momenti dell'attività, fosse oggi la burocrazia a scegliere chi finanziare, chi onorare con vantaggi, essendo essa in grado di raccogliere facilmente i danari necessari. Il controllato finirebbe per scegliersi il controllore, la burocrazia assumerebbe il primato sulla politica, e le scelte degli elettori sarebbero ridotte a meri simulacri. Così Ghigo, con quella sua sobrietà tutta piemontese, con quel suo porgere le questioni anche più drammatiche con il distacco e la superiorità che la politica dovrebbe sempre avere, ha aperto un grande dibattito sul quale potrà essere tranquillamente misurato il livello di democrazia che in questa Repubblica si potrà raggiungere. Ma ha anche chiuso una problematica: quella delle speculazioni fin troppo pronunciate a cui la discussione politica viene sottoposta. Che è un altro sistema per perdere occasioni di miglioramento e per tirare a campare.

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria