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Martedì 5 agosto 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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01/01/2002

Buon 2002, Alessandria!

La città dello sviluppo, la città delle persone, la città del mercato e... quella del cittadino che offre maggiore consulenza alla Pubblica Amministrazione. Ecco la città che vorrei.

   

Come mettere in pratica i mille suggerimenti ricevuti dai cittadini di Alessandria rispetto ai problemi che ogni giorno vivono? Offrendo loro una sintesi di quella percezione della città che hanno concorso a costruire e, nello stesso tempo, indicando una conseguente visione di Alessandria al futuro. Quale città, dunque? La città dello sviluppo, prima di tutto. E quindi delle infrastrutture importanti e strategiche: quelle per il collegamento con il resto della provincia - il secondo ponte sulla Bormida e il Cittadella adeguato alle condizioni di sicurezza imposte dalla legge - ; quelle per la creazione di investimenti e di posti di lavoro, come l'area logistica, che coglie la vocazione più vera di Alessandria e del suo essere "luogo privilegiato" nell'intersecazione delle vie tradizionali per le merci; quelle per i parcheggi, come il "sotterraneo" di piazza della Libertà, che servirà il centro storico commerciale cittadino ponendolo finalmente sullo stesso piano di altre strutture già presenti in provincia; quelle che riguardano la cablatura della città in fibre ottiche, per mettere a disposizione degli utenti e delle imprese servizi informativi rapidi, sicuri ed avanzati; quelle sottese al recupero delle strutture militari ad usi civili, fra cui la Cittadella e la Valfrè. Poi la città delle persone. Sì, perché ritengo che il vero patrimonio di Alessandria siano i saperi e le intelligenze dei suoi cittadini. La loro identità, la loro storia ancora da riscoprire del tutto, le loro tradizioni, il loro saper essere sono tutti elementi di differenziazione e, quindi, di successo, nel mondo globalizzato. Non si devono creare le condizioni per una cultura indigena debole, sovrastata da fenomeni di immigrazione che, nei prossimi anni, tenderanno ad essere ancora più consistenti, ma sviluppare una metodologia condivisa di integrazione e di razze, in modo che le differenze diventino ricchezze. E quindi i servizi alle persone: ai disagiati, ai giovani e agli anziani, alle donne lavoratrici. In una parola servizi alle famiglie, capaci di supplire alle inevitabili carenze della pubblica comunità, in un disegno di sussidiarietà forte ed intenso. Ma anche servizi per il tempo libero, come quelli sportivi, che devono essere innovati nella loro amministrazione, che devono uscire dal guscio della gestione solidale ferma agli anni Ottanta ed offrire una risposta moderna alla domanda dei cittadini, delle associazioni e delle società che operano nel settore. E pure servizi per il volontariato, che a sua volta offre impagabili servizi alla città. La "casa del volontariato" è una realizzazione puntuale, ove l'Amministrazione Comunale, oltre a mettere a disposizione la struttura, dovrà essere in grado di offrire gratuitamente servizi comuni, in modo da alleggerire le libere forme associative da aspetti burocratici che ne limitano l'impegno. Ancora, la città del mercato. Segnatamente dei servizi pubblici, che si aprono alla concorrenza, che sanno competere, superando il regime di privativa nel quale oggi ancora vivono. Il Comune rimarrà proprietario degli impianti e delle reti, mentre il servizio dovrà essere gestito da altre società. Il progressivo ritiro del pubblico da alcuni settori, libererà risorse da investire in servizi migliori per i cittadini. Si pensi alla pressante richiesta di una città più pulita o quella riguardante maggiore sicurezza, dove occorre agire in termini di politica di area vasta. Lo strumento più interessante è il consorzio fra Comuni per la Polizia municipale, che garantirebbe una più ricca dotazione di uomini, mezzi e risorse all'attuale corpo dei vigili urbani. Ma consentirebbe anche di dotare la città di apparati tecnologici di controllo - ormai indispensabili - e di quel vigile di prossimità, a cui da tempo si sta pensando. Altre città possono esservi? Sicuramente. Quella del cittadino che offre maggiore consulenza alla Pubblica Amministrazione, che non diviene esclusivamente un soggetto a cui ricorrere nei periodi elettorali, ma al quale si richiedono suggerimenti e valutazioni sull'operato dell'Amministrazione. Quella del cambiamento, soprattutto del miglioramento della struttura organizzativa della macchina comunale su modelli più moderni, meno costosi, a maggiore efficienza. Quella del verde, dei giardini, degli spazi di socializzazione e dello stop al traffico... Quella delle relazioni europee e quella della conoscenza... Mi fermo qui, ma è solo la prima parte di un primo abbozzo di manifesto programmatico dal quale partire per i prossimi anni.

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria