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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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20/09/2002

I sindacati chiamano, Scagni non risponde. Per ora.

Dopo l'incidente Atofina, leggendarie icone del sindacalismo di sinistra si scagliano contro la loro Giunta. Sarà vero strappo?

   

L’incidente in Atofina, azienda controllata dalla Total Fina Elf, che agisce nel sito di Spinetta Marengo a ridosso dell’Ausimont Solvay, ha lasciato ampie conseguenze negative. Soprattutto sul piano dei rapporti istituzionali tra Comune e Sindacati. Proprio su questo versante, paradossalmente, si può dire, che le organizzazioni sindacali si sono sentite escluse dal dibattito in corso nella Commissione consiliare Politiche dello Sviluppo e le aspettative generate dalla vittoria delle sinistre nelle ultime elezioni amministrative sono immediatamente naufragate. I sindacati hanno dovuto prendere atto che l’attuale amministrazione Scagni non ha troppi grilli per la testa: la concertazione o il suo surrogato locale non è un metodo che piace nei fatti, anche se a parole parrebbe essere tutta un’altra cosa.
Così sindacalisti di lungo corso, icone itineranti della sinistra alessandrina, si sono dichiarati, senza mezzi termini, delusi del comportamento dell’attuale giunta e della maggioranza che la sostiene, sino a sfiorare l’eresia nell’affermare che forse i governanti di prima trattavano meglio di quelli di oggi. Il fatto ha innescato una reazione immediata del capogruppo dei DS in Consiglio, che non ha potuto far altro che scegliere la mozione degli affetti, richiamando le sue radici sindacali e quelle dell’intero arco della sinistra alessandrina. Inutile dire che ognuno è restato sulle sue posizioni e che lo strappo deve ancora essere ricucito.
Ovviamente il caso Atofina è rimasto come leit motiv della discussione e avrà altre puntate prossimamente. Quel che non è apparso chiaro è cosa intenda fare il Comune. Personalmente ho proposto che sulle questioni connesse alla comunicazione, all’informazione e all’educazione dei cittadini, allo sviluppo compatibile, all’economia cittadina e alla tutela dell’occupazione la Commissione proponga un atto di indirizzo, una sorta di carta dei comportamenti dell’istituzione Comune nei confronti di una presenza pericolosa come quella dell’azienda spinettese, affinché poi la giunta agisca di conseguenza.
Perché comunque il compito della politica è quello di mediare tra interessi diversi assoluti individuando un interesse relativo che è poi quello della comunità intesa nel suo complesso. Come si potrebbe altrimenti, in una società come la nostra, mantenere la presenza di un’industria pericolosa (non per l’economia) come l’Ausimont praticamente all’interno di un centro abitato? Ah, alla prossima...

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria