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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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27/03/2002

Ultimo bilancio Calvo: dove si andrà?

Meno federalismo fiscale, più importanza ai trasferimenti statali. Sicuro un deterioramento finanziario del Comune.

   

È sempre ostica la lettura del bilancio comunale per coloro che non sono proprio esperti della materia. E ancor più difficile è renderlo divulgabile, cioè interpretabile per la cittadinanza. Viste le oggettive difficoltà si finisce, al solito, per occuparsi delle questioni più eclatanti quali l’aumento delle imposte - ormai un must della giunta Calvo - o di altre manovre, comunque, sempre connesse alla tassazione. Oppure ci si interessa degli investimenti in opere pubbliche, normalmente accentuati in sede di preventivo rispetto a quelli che durante l’anno si realizzano. Del resto nella Pubblica Amministrazione si lavora in termini di previsione ed ormai il controllo sulla contabilità non è più un fatto episodico, ma una procedura costante e graduale che dura per tutto l’esercizio ed ha appuntamenti importanti fissati dalla legge durante l’anno.
E allora? Mi occuperò di alcune questioni meno esplicite, ma che danno l’idea di come sarà difficile, per i prossimi amministratori, agire con le stesse risultanze conseguite dalla Giunta in carica, visto lo stato di tracollo nel quale gli uscenti lasciano la situazione della finanza comunale.
Perché? Innanzitutto perché il bilancio è sempre più rigido. Le spese per il personale e le quote di ammortamento dei mutui raggiungono il 42,45%. Nel 2000 erano considerate già alte, ma toccavano solo il 33,67% del fatturato comunale, che è di circa 150 milioni di euro. Anche il giro d’affari della pubblica comunità si è ridotto di circa 17 milioni di euro e l’impoverimento è netto.
Altra questione, quella dell’autonomia finanziaria, che è poi il vanto delle Amministra-zioni che promanano da istanze federaliste: anche in questo caso vi è una pericolosa diminuzione: dal 72,44% del 2000 al 64,49% del 2002. La nostra capacità di spesa dipende dunque sempre più dai trasferimenti statali, contraendosi le entrate proprie. Un errore concettuale, visto che gli stessi trasferimenti statali sono previsti in progressiva diminuzione nei prossimi tre anni. È un po’ come se, sapendo che il mio stipendio gradualmente diminuirà, obbligo mia moglie, per mere questioni di gelosia, a lasciare la propria occupazione.
E i conti quadrano, visto che da tempo si sussurra di buchi occulti di svariati milioni di euro nel bilancio comunale? C’è sicuramente un deterioramento finanziario. Per esempio si applica un presunto avanzo di amministrazione per l’anno 2001, pari a circa 1,3 milioni di euro, senza che vi siano documenti che lo certifichino. Ancora, il 60% delle entrate che dovrebbero scaturire dagli oneri di urbanizzazione è destinato, purtroppo, a finanziare le spese correnti, anziché utilizzarle per finanziare infrastrutture e sviluppo.
Ultimissima questione. Quella degli investimenti, che scendono dai 60 milioni di euro del 1999 ai 21 milioni di euro del 2002. E chi ancora nutriva qualche dubbio sull’importanza delle risorse trasferite dallo Stato per la ricostruzione post alluvionale come elemento principe di successo della Giunta Calvo è servito. Ponte Meyer a parte, perché solo per quello ci vorranno dai 30 ai 40 milioni di euro. Ah, alla prossima...

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria