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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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04/01/2007

Un'urbs mesopotamica perno della via Francigena

Se dovessi sintetizzare in una sola parola la caratteristica essenziale di Alessandria, non avrei dubbi, sceglierei: il luogo...

   

Un'urbs mesopotamica perno della via Francigena

Audiointervento di Piercarlo Fabbio - Trasmesso da Radio BBSI - In onda nella settimana dall’11 al 17 marzo 2002

Se dovessi sintetizzare in una sola parola la caratteristica essenziale di Alessandria, non avrei dubbi, sceglierei “il luogo”. Perché?
Perché tale è dalla sua fondazione. Vi ricordate? Una città strategica in mezzo a due fiumi, un’urbs mesopotamica, una fortezza contro le angherie dell’impero, poi una roccaforte dello stesso impero prima combattuto. Ancora una città militare, dove arrivare ad abbattere un intero quartiere con circa 35 chiese per costruire la Cittadella. Infine, nel novecento, una città per le comunicazioni, gli scambi, i traffici, le interconnessioni. Una specie di sulk impiantato a mezzo del GeMiTo, mitico triangolo industriale degli anni Sessanta, Settanta, poi, comunque, terra di mezzo delle differenziazioni di vocazione delle tre metropoli: il terziario avanzato, il manifatturiero della grande industria meccanica, il traffico delle merci tra porti e retroporti.
Ad essere ancora più preciso, Alessandria è uno dei punti di passaggio obbligati della via Francigena, cioè quella direttrice che, da Canterbury, portava i pellegrini a Roma per le indulgenze, ma non solo. Un percorso da condursi a piedi per ragioni penitenziali, con tratte di 20-25 km al giorno, alla ricerca della “Perduta Patria Celeste”. Ma anche via di intensi scambi, commerci, affari.
E forse nella via Francigena troviamo fin da allora la concorrenza del nostro “luogo” con altri. Già nel medioevo – il primo Giubileo è del 1300 – il percorso francigeno si sdoppiava: o Ivrea-Santhia-Vercelli-Pavia-Piacenza oppure Torino-Asti-Alessandria-Piacenza. Ancora oggi ritroviamo la stessa concorrenza nelle direttrici delle merci: in Alessandria si può incrociare il canale ovest-est (Barcellona, Lione, Torino, Verona, Trieste, Lubiana, Kiev) con quello Nord-Sud (I porti della Liguria con quelli della regione Logistica olandese di Rotterdam). Ma ciò non toglie che, all’interno dello stesso Piemonte sia lo storico percorso Vercelli-Piacenza a prevalere o solo a competere.
C’è dunque più di una buona ragione per non bearsi di “essere” un luogo, ma di dotarlo soprattutto di servizi per imporlo come “luogo”. Innanzitutto come capoluogo, cioè come, punto di riferimento per gli altri centri della provincia: da questo punto di vista il riuso della Cittadella a fini di polo fieristico, l’area logistica, la riattrazione del centro urbano dal punto di vista commerciale e turistico, il riassetto della viabilità al fine di facilitare l’accessibilità alla città sono solo alcuni degli interventi possibili di questa filosofia.
Poi occorrerà pensare ad Alessandria come competitor a livello europeo, sfruttando quella nostra connaturata predisposizione a stare in Europa (fin dal riconoscimento – 1183 – da parte del Sacro Romano Impero) e a voler sfruttare la connessione fra idee e risorse che la Comunità può mettere a disposizione.
Ecco, così “il luogo”, perlomeno rimane tale, nella sua essenza. In caso contrario potrebbe diventare anche una città fantasma e in questi ultimi anni, con oltre 1200 posti di lavoro persi, si sono messe le basi per un deciso fenomeno di regressione e di involuzione. Ah, alla prossima...
 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria