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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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23/07/2006

Alessandria-Caporetto. L'importante è trovare il Piave!

Situazione finanziaria quasi fuori controllo. C'è chi spende e spande e chi non ha i danari per tirare avanti. Le scelte sbagliate degli Amministratori cominciano a farsi sentire sulle risorse del Comune...

   

Alessandria-Caporetto. L'importante è trovare il Piave!

Arnaldo Fusinato è catalogato nella storia della letteratura italiana come poeta giocoso e di facile vena, ma è dai più ricordato per i versi struggenti dell'"Ultima ora di Venezia". Rammentate: “il morbo infuria, il pan ti manca, sul ponte sventola bandiera bianca!”? Bene, mi pare, anche se la battuta non è mia, che il ritornello possa essere applicato alla situazione finanziaria del Comune di Alessandria, lontana mille miglia dalle prospettazioni fantastiche di nostra signora delle spese, la Sindaco, sempre pronta a raccontarsi addosso le proprie gesta, novella public relations di se stessa.
Qualche esempio? Il Comune di Alessandria, colto da insopportabile fretta nel dimostrare alla cittadinanza di fare almeno qualcosa, ha imboccato immantinente la via della trasformazione della Tarsu, la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani, in TIA, la tariffa per l’igiene ambientale. Se i cittadini ne abbiano avuto un guadagno è questione ancora da definire, essendo che il Consorzio di Bacino ha finora agito con anticipi e conguagli e pochi ci hanno capito qualcosa per un reale raffronto di costi familiari con il passato. Una cosa è certa: il Comune di Alessandria ha perso, d’un colpo, un introito costante di circa 13 milioni di euro. Vero che si tratta di una partita di giro, ma altrettanto vero che, in assenza degli effetti benefici del flusso di cassa, il ragioniere capo è stato costretto a chiedere un’anticipazione al tesoriere, pari all’importo mancante. Costo dell’operazione: 190 mila euro, quasi due terzi di ciò che il Comune ha pre-incassato dai dividendi dell’AMAG, che, a sua volta, almeno per quanto riguarda la gestione del metano, rischia di scomparire da un mercato che si sta strutturando su aziende di dimensioni ben maggiori.
Ovviamente non è finita qui. La mitica raccolta porta a porta, che si concretizza in un complicato sistema di movimentazione di cassonetti ritornati all’interno dei nostri cortili tra puzze, malumori e antigienicità, costa ben di più di ciò che i piani finanziari politicamente corretti ed ottimistici tendono a dimostrare. Quest’anno, 2006, il Comune integrerà i poco più di 13 milioni di euro versati dai cittadini con oltre 1,1 milione di euro, la cui legittimità d’erogazione è tutta da stabilire. Ma intanto… volete mettere quali vantaggi potrebbe dare il raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata ben sei anni prima di quanto prescritto dalla legge nazionale? Innanzitutto quello di pagare di più in un contesto non ancora pronto ad accettare le decisioni avanguardistiche e progressive dei nostri amministratori dell’Unione. Ad esempio la mancanza di un termovalorizzatore provinciale non garantisce che il rifiuto indifferenziato venga inertizzato e conferito poi in discarica. Il risparmio se ne va, dunque, o, per ora non è possibile raggiungerlo. Così come l’organico. A Castelceriolo è stato costruito un nuovo impianto per la produzione di circa 25 mila tonnellate annue di compost, ma se non si allarga prontamente il bacino di raccolta dell’organico, l’impianto lavorerà a scartamento ridotto. E nel caso fosse in grado di produrre a pieno ritmo, in Italia non ci sarebbe mercato per recepire tutto il quantitativo prodotto. Forse si potrebbe esportare in Africa… Risultato: o tutto il convoglio viaggia alla stessa velocità o la locomotiva sarà costretta a procedere all’andatura del vagone più lento.
Ancora? Il bilancio comunale doveva godere ampiamente delle tanto agognate alienazioni patrimoniali (la colonia di La Salle, il mercato coperto degli Orti ed altro) per un totale di circa 15 milioni di euro. In fretta e furia nel 2005 era stata costituita una società, la SVIAL, ma fino ad una settimana fa il Comune non era stato ancora in grado di conferire ad essa il patrimonio da “valorizzare”.
Non basta? Anche sulla gestione corrente le cose procedono assai male. In luglio il Provveditorato ha fatto sapere di non essere più in grado di finanziare gli interventi straordinari di pulizia, derattizzazione, sanificazione ed igienizzazione di ambienti. Perché? Per aver terminato i danari, spesi in grande dotazione per i palazzi comunali e giudiziario. Così anche le pulizie delle aule scolastiche a seguito dei lavori di tinteggiatura eseguiti sono stati sospesi, mentre stessa sorte subiranno gli interventi di derattizzazione, sanificazione ed igienizzazione su vie, piazze e giardini.
Non ci sarà nemmeno un futuro certo per la carta: la disponibilità finanziaria per cancelleria, ricambi, toner, fotocopie ed altro si sta esaurendo, così come le scorte. Comunque non si potrà arrivare a fine anno. Per cui l’imperativo categorico è: razionamento.
Senza pensare, invece, che si spendono, senza apparenti limiti, ingenti somme per comunicare - tramite media - alla città le mirabolanti decisioni su ZTL e Aree Pedonali Urbane. Questioni che peraltro stanno sollevando non poche riserve tra i cittadini e gli operatori economici.
Non male per un’Amministrazione Comunale di sinistra che ci ha abituato ai presenzialismi invadenti ad ogni evento ed alle comunicazioni tutte rose e fiori.
Il problema dunque non è più Caporetto, ma se Alessandria riuscirà almeno ad individuare una linea del Piave.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria