Tema: dopo quattro anni di ozi e mollezze amministrative, riusciranno i nostri eroi del centrosinistra comunale a regalarci almeno qualche mese di grande attività a parziale compensazione di ciò che non abbiamo avuto e ci dovevano come cittadini che pagano regolarmente tasse, imposte e balzelli? Oppure per presentarsi alle prossime elezioni di primavera con una fedina amministrativa minimamente realistica?
Per essere sintetici facciamo nostra una battuta che gira per il palazzo con la forza di mille boatos: gli alessandrini durante il “regno” di madama Scagni hanno sborsato circa 35 milioni di euro di ICI per vedere (forse) costruite tre rotonde stradali!
Il resto? Parolame in quantità, convegnificio a tutto vapore, amministrazione militante ad ogni occasione utile o inutile, scenari costruiti di giorno e distrutti di notte come la tela di Penelope, ritardi sistemici nei confronti di una realtà cittadina che ben altro aspetterebbe e che è stata fortemente rallentata e svantaggiata da questo comportamento... O ancora, decisioni cervellotiche, come quella sulla ZTL, che sembrano più adottate contro qualcuno che a favore della città; disastrosa gestione dei pubblici denari, sempre più a disposizione dei costi della macchina comunale, sempre meno al servizio della città. Che serve che il cittadino paghi le tasse per averne, come corrispettivo uno o più servizi, quando poi la metà di ciò che dà al Comune va ad alimentare il costo del Comune stesso?
Persino le zanzare si sono accanite come mai nel recente passato caratterizzato da lotte integrate e tempestive agli insetti molesti.
Troppo severi? Ingenerosi? Non penso. Solo che ho perso anche l'ultima speranza. Quella di pensare che l'avversario politico sia almeno così furbo, se non proprio bravo, almeno nell'ultimo scampolo di tempo a disposizione del centrosinistra, per dimostrare di fare qualcosa, senza annunciare continuamente “la montagna” e partorire invece il “topolino”.
Perché Alessandria non può permettersi ulteriori attese, senza correre il rischio di chiudere i battenti come città.
 

Piercarlo Fabbio