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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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03/07/2005

Da Tarsu a TIA: cosa c'è che non va

Dietro alla decisione ci sono le confusioni del centrosinistra, il no al termovalorizzatore, l'aumento dei costi ed una politica che sembra più esaudire gli ecopacifisti che i cittadini di Alessandria

   

Da Tarsu a TIA: cosa c'è che non va

Quando si dice la volontà politica... In effetti la storia della Tassa di smaltimento rifiuti urbani (TARSU) che si trasforma in Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) risponde con una certa rigorosità alla logica della contraddittorietà e della confusione, che regna nelle politiche del centrosinistra locale. Ora si sa che una parte consistente dell’estrema sinistra - da rifondazione ai no-global, dagli ecopacifisti al segmento più radicale dei DS - non vuole sentire parlare di termovalorizzatore dei rifiuti. In molte città, specie straniere, questi impianti sono una realtà, mentre da noi preferiamo proporre il territorio gruviera con le discariche maleodoranti e mai morte (neppure quando sono riempite), sperando che qualcuno, dotato di inceneritori, ci salvi quando neppure le più sofisticate ecoballe della Campania riescono ad essere collocate in qualche sedime nazionale. Una posizione irresponsabile e miope, come è stata quella di aver bloccato le centrali nucleari, con il bel risultato che qui da noi l’energia costa carissima, specie in momenti in cui il petrolio aumenta e le imprese finiscono per scegliere di delocalizzare in altre aree del mondo per reggere la concorrenza. Perdiamo ricchezza, ma poco ci importa, perché intanto abbiamo sviluppato una presunzione: vivere bruciando le tappe di ogni possibile precauzione che associ lo sviluppo alla sostenibilità di un buon tenore di qualità della vita.

E come abbiamo fatto per evitare l’inceneritore che fino al 2004 avevamo regolarmente deciso di costruire? La Provincia, nel suo nuovo piano dei rifiuti, ha aumentato consistentemente gli obiettivi di raccolta differenziata, portandola al 66% circa (oggi, in Alessandria è largamente al di sotto del 30%) e lasciando al rifiuto cosiddetto “tal quale” quel rimanente 34%, che da solo non basta ad alimentare un termovalorizzatore. Detto e fatto. Peccato che ci vorranno anni di lacrime, sudore, sangue e soprattutto danari dei cittadini per arrivare – sempre se ci si arriva - a quei livelli fissati dal piano provinciale - più per risolvere problemi politici che per effettivo realismo - ma almeno così il centrosinistra è salvo e i suoi elettori potranno confermarlo a livello comunale, provinciale e regionale, affinché continui in queste scelte strampalate e fuori dal tempo.

Dunque contenti tutti, gabbatori e gabbati… Infatti per il 2005 i cittadini di Alessandria pagheranno, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza fissata dalla legge Ronchi, una tariffa praticamente simile a quella corrisposta nel 2004 (mai dare troppo nell’occhio quando si vuole buggerare il prossimo), ma già nel 2006 e nel 2007 sono previsti aumenti di oltre 2 milioni di euro nel gettito complessivo, che passerà dagli attuali 13 ai futuri 15 milioni. Tutto ovviamente funzionerà se: le discariche vicine non si esauriscono troppo in fretta, se i rifiuti diminuiscono consistentemente, se la raccolta differenziata porta a porta (ora al Cristo) funzionerà a dovere, se non si verificheranno altri aumenti oggi non prevedibili. Perché la filosofia della Legge Ronchi è questa: “chi inquina paga”. Quindi tutti i costi delle operazioni a cui prima i Comuni compartecipavano ora saranno scaricati sui cittadini. La stessa Tariffa non verrà più gestita dal Comune, ma dal Consorzio di Bacino. Sperando che il secondo sia più oculato amministratore del primo.

Ma quello che più ci amareggia è l’aver assistito alla implementazione di un sistema di obiettivi di raccolta per impedire la costruzione di un impianto, che avrebbe potuto consistentemente abbattere i costi, senza inquinare, così come succede a Lione - in pieno centro città - oppure anche a Brescia. Ma che volete, mica tutti sono furbi come noi. Mica tutti hanno radici nella mandrognità locale. Per ora godiamoci questo anno di tregua, perché le basi per un futuro ben più costoso per famiglie ed imprese sono ormai state gettate dai nostri insostituibili e vincenti amministratori di centrosinistra.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria