Dimensione del carattere 

Giovedì 15 maggio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

09/01/2005

La pace, grammatica della legge morale universale

Un breve commento al Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale della pace del 1° gennaio 2005. Non lasciarti vincere dal male ma vinci con il bene il male.

   

La pace, grammatica della legge morale universale

Giovanni Paolo II ha aggiunto un altro bellissimo tassello alle riflessioni sulla Pace, che contraddistinguono i suoi Messaggi di ogni capodanno, indirizzati erga omnes, ma soprattutto dedicati alle autorità politiche di ogni livello, proprio perché esse sono “chiamate a creare quell’insieme di condizioni sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani lo sviluppo integrale della loro persona”.

Il titolo definisce l’aspetto di principio: “non lasciarti vincere dal male ma vinci con il bene il male”. È il voler ribadire con nettezza l’amore cristiano del Vangelo. Ma già dall’inizio il Pontefice comunica che non v’è nulla di definitivamente raggiunto su un pianeta continuamente squassato da conflitti, che causano milioni di vittime: la pace, infatti, è il risultato di una lunga ed impegnativa battaglia.

E che vi sia un percorso sempre aperto è dimostrato anche dal richiamo al discorso pronunciato dal Papa all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dieci anni fa. In allora Giovanni Paolo II parlò di “grammatica della legge morale universale”. È bene ricordare ciò che la Chiesa intenda e soprattutto l’interesse anche politico che si cela dietro alla citazione dell’ONU come alto consesso delle Nazioni, proprio in un momento in cui il ruolo di tale organizzazione sembra essere messo fortemente in dubbio, sia quando il contesto è bellico, sia quando si operi in un quadro di aiuti umanitari come nel caso dell’emergenza tsunami.

Ebbene, la legge morale universale unisce gli uomini tra loro, pur nelle loro naturali differenze e nel caso la si volesse oscurare o estirpare, questa ritornerebbe con impeto. È la forza del bene che non può essere sovrastata in alcun modo dal male.

E nel bene vanno iscritti interessi universali nuovi. Il mondo si evolve e ciò che ieri poteva essere una peculiare caratteristica per alcuni Paesi dell’occidente ricco ed evoluto, diventa pian piano interesse comune: “Basti pensare – dice il Papa – alla lotta alla povertà, alla ricerca della pace e della sicurezza, alla preoccupazione per i cambiamenti climatici, al controllo della diffusione delle malattie”. Come perseguire questi interessi comuni? Attraverso una serie di accordi giuridici, che renda sempre più equo e solidale il “godimento dei beni pubblici”.

La Pace è dunque una condizione di maggior equilibrio nell’uso dei beni dell’uomo; è giustizia universale. Non a caso il Pontefice ricorda come la comunità internazionale si sia posta l’obiettivo del dimezzamento del numero di persone povere nel Mondo entro il 2015. Scopo che la Chiesa condivide, sostiene ed incoraggia.

E ancora una volta la ricetta della Chiesa per porre rimedio alla povertà è quella enunciata da Paolo VI, cioè fornire ai Paesi poveri finanziamenti esteri “concessi a condizioni accessibili, nel quadro di rapporti commerciali internazionali regolati secondo equità” (Populorum Progressio – 1967).

Infine una illuminante riflessione sulla cosiddetta “cittadinanza mondiale”, proprio perché gli uomini sono uniti dalla comunanza dell’origine e dal supremo destino. “Basta che un bambino venga concepito – scrive il Pontefice - perché sia titolare di diritti, meriti attenzione cure e qualcuno abbia il dovere di provvedervi”. Segno che la pace è presente ove regna l’amore e il bene vince sul male. Anche un chiaro indirizzo sulla questione sempre più pressante della fecondazione medicalmente assistita, con la quale, nei prossimi mesi, occorrerà riconfrontarsi.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria