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Lunedì 4 agosto 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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21/11/2004

Piemonte e Alessandria:
dal volare in formazione
al federalismo realizzato

Fabbio commenta alcuni scenari proposti dall’IRES per il prossimo quinquennio. Nel federalismo, nella terziarizzazione avanzata e nei collegamenti il futuro di successo della provincia.

   

Piemonte e Alessandria: <br>dal volare in formazione <br>al federalismo realizzato

“Siamo in un momento in cui sembra che le istituzioni locali si siano fatte prendere da un tran tran quotidiano che serve alla stabilizzazione del sistema, alla conferma dei poteri, ma non favorisce lo sviluppo.” Così Piercarlo Fabbio, capogruppo di Forza Italia nel Comune capoluogo, ma questa volta soprattutto in veste di Consigliere provinciale. Quale il cuore del suo interesse? La direzione dello sviluppo di Alessandria e della provincia. In un articolo, ecco le dinamiche di cui bisognerebbe tenere conto per sancire nuovi livelli di eccellenza per il nostro territorio.

 

“Al solito l’IRES del Piemonte, ci offre alcuni scenari per la Regione di domani, che appaiono, specie per gli amministratori pubblici, di grande interesse. Peccato che, nonostante la loro indubbia utilità, non sempre vengano confrontati in quelle aule, com’è il Consiglio Provinciale, che più si prestano a elaborare politiche di territorio vasto. Ma entriamo in argomento. L’IRES nel 2001 aveva prospettato alcuni scenari possibili: una conferma “si tiene la rotta”; una ipotesi negativa, con una società che, sentendosi vecchia, finisce per ripiegarsi su se stessa (“il decollo che fallisce”); una crescita polarizzata, con il Piemonte che evolve in una costellazione di eccellenze (“il volo dei cento fiori”); infine una crescita integrata attraverso una spinta verso la riorganizzazione reticolare dell’economia, favorita dalla cooperazione interistituzionale, dalla concretizzazione del sistema federalista, dalla distribuzione più ampia del principio di sussidiarietà (“volare in formazione”).

Di questi quattro scenari l’IRES sceglieva come più probabile l’ultimo, l’unico, peraltro ove il concetto di rete appariva più esplicito. Tra il 2001 e il 2004, il Piemonte ha subito alcune crisi (Fiat, made in Italy, ecc.) e vive, nonostante sia la settima regione d’Europa secondo Eurostat per reddito disponibile, la stagnazione economica attuale, perdendo terreno su altri territori regionali dell’Unione.

Ora, affinando la lettura, l’IRES ha preparato una nuova gamma di scenari per i prossimi cinque anni. Eccoli. La terziarizzazione qualificata, cioè far crescere rapidamente la capacità creativa, le funzioni progettuali e direzionali, le attività culturali, le industrie del tempo libero. L’invecchiamento governato, che consiste nell’adattare rapidamente le relazioni sociali e le organizzazioni ad una popolazione più matura, intesa come elemento di forza. Il policentrismo organizzato, che ci orienta verso un maggiore protagonismo delle città e dei sistemi locali, che però necessita di un coordinamento consensuale che favorisca il generarsi di simbiosi e sinergie. Una sfida, quest’ultima, particolarmente ancorata alla realtà provinciale alessandrina, ma che, nel passato, anche recente, non sempre è stata utilizzata come una delle frecce contenute nella faretra, ma come bersaglio di arido campanilismo.

Vi è ancora uno scenario, quello del federalismo realizzato, che dovrebbe finalmente concretarsi, dopo l’immane dibattito sui principi, attraverso la realizzazione di un modello decentrato di organizzazione pubblica, lineare e ben funzionante. Quest’ultima ipotesi, da sola, potrebbe essere coraggiosamente imbracciata dalle Amministrazioni Pubbliche, per costruire nuovi modelli organizzativi di risposta alle esigenze dei cittadini. Ma per ora prevale ancora la contesa o, su un piano minore, la insoddisfazione per una nuova forma di ordinamento della Repubblica, che troppo spesso diventa mero scontro ideologico.

In questi climi ipotizzati, quali caratteristiche economiche potranno favorire la provincia di Alessandria? Se il Piemonte si imporrà all’Europa come crocevia per effetto dei due grandi corridoi di collegamento individuati dall’Unione, la nostra Provincia potrebbe un poco esserne il fulcro sia per il passaggio da Est a Ovest (corridoio 5 Lisbona-Kiev), sia per quello da Nord a Sud (Reno-Mediterraneo). Per il primo collegamento si ipotizza la variante della Milano-Torino-Lione nell’asse Nizza-Cuneo-Asti-Alessandria-Piacenza; per la seconda si mette in risalto la Genova-Alessandria-Novara-Sempione.

Ancora una volta dunque occorrerà sfruttare questi contributi di scenari per politiche di sviluppo che non siano episodiche o, addirittura, fuori sintonia con la realtà. Certo, l’ipotesi della logistica si tende a rafforzare, ma i ritardi stanno già oggi penalizzando i processi di crescita di intere aree provinciali, non ultimo il capoluogo, invischiato - per esplicita incapacità politico relazionale, prima di tutto e per un approccio metodologico decisamente discutibile - in una polemica che continua ad irretire la realizzabilità dell’idea.

Ma attenzione, non si deve vivere o sperare solo di logistica. In un’ottica di “cuore dei grandi assi”, la produzione ed i servizi finiscono per definire una triade da gettare quanto prima sul tavolo. Magari seguendo uno - o più d’uno - scenario tra quelli così ben chiariti dall’IRES.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria