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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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17/11/2011

A carte scoperte 20

La politica dei rifiuti: dal prelievo al trattamento. Un sistema ad assetto variabile configurato sulla conformazione urbana

   

A carte scoperte 20

A carte scoperte 20 - 19 agosto 2011

 

La rubrica del sindaco Fabbio su "Il Piccolo"

 

Rifiuti? Modello Alessandria

 

Il prelievo dei rifiuti dalle nostre case è stato ed è uno dei caratteri distintivi della nostra azione amministrativa. Chi dice di non capire la nostra politica o è in mala fede o ci marcia o ancora è stato temporaneamente rapito dalla realtà. Perché fin dall'inizio del nostro mandato abbiamo a chiare lettere dichiarato che il prelievo porta a porta spinto non avrebbe funzionato in termini di qualità del raccolto e neppure sul versante dei costi, troppo elevati per la nostra comunità. E una cosa che non dà i risultati sperati, è sgradita alla gente e per di più costa troppo, che fine deve fare? Essere sostituita con qualche sistema alternativo.
E così abbiamo fatto, pur sapendo che sarebbe stata la trasformazione più difficile e complessa, quella i cui tempi sarebbero stati più lunghi e gli investimenti impegnativi, non solo in termini economici, ma anche di organizzazione e di personale.
A cosa abbiamo pensato? Ad un sistema di prelievo ad assetto variabile, cangiante rispetto alla conformazione urbana: porta a porta nelle strette vie del centro storico ed in quelle pregiate come corso Acqui, con l'aiuto di cassonetti a scomparsa per servire punti di riferimento precisi; ecopunti e isole di raccolta stradali nei sobborghi ed in quelle zone della città ove le vie sono più larghe e più agevole la raccolta da parte degli automezzi compattatori.
Questo ciò che succede in città, ma, nel frattempo qualcosa di meno visibile, ma altrettanto importante, è successo agli impianti di Castelceriolo ove, oltre alla trasformazione e al potenziamento dell'impianto di trattamento dell'organico per la trasformazione in compost, si è installato un nuovo impianto per il trattamento della frazione secca da rifiuto indifferenziato. Attraverso processi di pressoestrusione o di tritovagliatura, si divide l'umido dal secco. Il primo aiuta la catena del compost, con il secondo si produce il cdr, cioè un combustibile particolare che oggi serve per il conferimento a basso costo nei termovalorizzatori, ma potrebbe essere utilizzato nei forni dei cementifici, ad esempio. Rimane una residuale reazione di scarto che viene trattata dagli inceneritori. In discarica andranno quindi materiali inerti o inertizzati post incenerimento.
Ciò ha significato nuovi ingegnerizzazioni, investimenti, trasformazioni impiantistiche, senza contare che un campo fotovoltaico da 2 Mw è stato nel frattempo installato sul colmo della vecchia discarica e circa 700 famiglie usufruiranno di energia pulita da fonti rinnovabili.
Il tutto per migliorare il nostro ciclo dei rifiuti. Il tutto in soli tre anni, dal 2008. Come al solito esistono azioni visibili e altre lontane dalla vista dei concittadini, ma sempre ci sono state. Anzi io consiglierei una visita agli impianti di Castelceriolo, previo accordi con Aral, per migliorare la capacità di capire la complessità del ciclo completo.
Ecco perché ridurre tutto a semplici slogan significa tradire la fiducia della gente, che ogni giorno deve aiutare sistema differenziando in famiglia i propri rifiuti e conferendoli nei cassonetti, indipendentemente da dove sono collocati. E se vogliamo essere comunità che funziona e all'avanguardia è inutile perdere tempo ad ascoltare le rauche voci di chi "ci fa o ci è".

 

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria