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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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29/07/2004

La Guala a Spinetta
costa 9 milioni di euro

Permute di immobili e terreni, per impedire che l'azienda lasci Alessandria. Il Comune, davanti ad un fucile con il colpo in canna non ha saputo o voluto reagire e si è adeguato alle richieste. Ma questo è capitalismo etico?

   

Non male, per uno stanco fine luglio di un 2004 elettorale, lo stuolo di provvedimenti che l'Amministrazione Comunale di Alessandria ha proposto al Consiglio del capoluogo, un poco sfatando la vox populi che nulla accada sotto i tetti di palazzo Rosso. Tra questi il protocollo d'intesa per il trasferimento dell'attività produttiva e il riuso di aree di proprietà della società Guala Closures spa nell'ambito del programma di riconversione patrimoniale comunale. In poche parole di che si tratta? Del documento d'intesa fra Guala e Comune per scambiare aree, immobili e denari (solo a favore dell'azienda questi ultimi), al fine di impedire che la Guala lasci il territorio del Comune di Alessandria, si rilocalizzi in un'altra area del Paese e la città perda occupazione, oltre che ricchezza prodotta. Insomma il Comune si è trovato con un'arma puntata e con il colpo in canna e non ha voluto, né saputo competere con il noto ricatto occupazionale e reddituale. Ha preferito abbozzare, tentando un'operazione dove a risaltare sono piuttosto le caratteristiche immobiliari, che quelle connesse ad un reale rilancio del business aziendale e dell'occupazione. Del resto, una volta che la Guala Closures si rilocalizzerà nei 55 mila metri quadrati in zona D6 a Spinetta, sempre se il mercato lo consentirà, saranno solo 50 le nuove assunzioni promesse. Dico questo perché l'Amministrazione di centro-sinistra è arrivata con una fretta sospetta a dare il via ad un'operazione che vale oltre 9 milioni di euro, senza consegnare ai Consiglieri neppure uno straccio di piano aziendale ove si certifichi la reale necessità dell'azienda a rilocare la produzione, innescando così un dibattito interamente orientato alle azioni compensative che il Comune attuerà in favore della Guala. Ma soprattutto operando in controtendenza con se stessi, visto che il centro-sinistra aveva inaugurato una stagione di dismissioni immobiliari proprio in sede di bilancio di previsione 2004, non più tardi di qualche mese orsono. Rimanendo ad aree e ad immobili, il Comune darà in cambio alla Guala i 55 mila mq in D6 (valore 1,2 milioni di euro), gli immobili del magazzeno economale e dell'officina comunale di via Palermo (1,9 milioni di Euro per un'area fabbricabile, che però genererà un reddito ben piú alto ad operazione di edificazione residenziale conclusa), il fabbricato ex Legrand di via Umberto Giordano (2,6 milioni di Euro). In aggiunta a ciò il Comune si impegna a vendere gli immobili ex Legrand in via Scazzola , dai quali ritiene di incassare circa 1 milione di Euro, di non spendere un euro per non dover ristrutturare il magazzino economale e di recuperare all'uso di nuove funzioni Villa Guerci, attualmente utilizzata dalla Protezione Civile ed, infine, di versare - oltre al ricavato della vendita in via Scazzola - alla Guala un ulteriore milione di euro a conguaglio finale. Ora è chiarissimo ciò che incamera la Guala, meno quello che il Comune ci "guadagna". La comunità alessandrina, abbiamo detto, avrà in cambio gli attuali fabbricati industriali di via San Giovanni Bosco, nei quali inserirà alcuni servizi: la protezione civile, il magazzeno, l'archivio, gli uffici tecnici e libererà gli attuali locali occupati per altre funzioni. Non è dato sapere quali saranno i costi di trasloco, di riadattamento strutturale, di miglioria che il Comune dovrà accollarsi. Ovviamente questi costi aumentano di non poco il valore dell'operazione nel suo complesso e l'esborso a carico della comunità. L'Amministrazione Comunale, sotto tiro, ha deciso per l'ennesima volta di scommettere insieme alla Guala. Nel passato si scommise con Borsalino e con Legrand e le risultanze non furono del tutto negative, ma i presupposti furono del tutto diversi: ricerca di condivisione fra le forze politiche, comunicazione sotto varie forme alla città, discussioni anche aspre, ma tendenti a trovare le giuste modalità del negoziato, disponibilità a limare gli elementi di speculazione che sono sempre insiti in queste operazioni. Ora, invece, si cerca e si persegue la splendida solitudine, tra l'altro con movenze rapide da ghepardi della politica e quindi all'opposizione non resta altro che dissentire. La stessa area attualmente occupata dalla Guala appare come una ferita compresa tra due aree di pregio residenziale come il quartiere Europa e la nascente Alessandria 2000. Guarda caso anche quest'ultima una scommessa condotta con Guala. Ma qui si inserisce un ragionamento da non sottovalutare. Durante la discussione in Commissione, il capogruppo della Margherita, Giancarlo Cattaneo mi ha argutamente ricordato come sia ormai cambiato il capitalismo in questi anni e come cambierà ancor di più dopo l'attivazione dell'accordo "Basilea 2" e come fosse stato rischioso andare a vedere se Guala intendesse effettivamente rilocare. Nel confermare i dubbi che avevamo, e certificando, di fatto, la mancanza di una reale istruttoria da parte del Comune sulle reali esigenze della Guala, Cattaneo mi ha fatto ricordare un capitalismo d'altra epoca, ma anche di altro tratto rispetto alla città. Mi ha fatto rimpiangere la munifica generosità di Borsalino nei confronti di Alessandria e, ahimé, mi ha fatto tracciare differenze di non poco conto tra le due imprenditorie.

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria