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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/06/2011

A carte scoperte 8

I problemi dei Consorzi socio-assistenziali. Aboliti per legge, ora ognuno interpreta a suo modo il futuro. Ma qualche idee di solidarietà tra Comuni può ancora sopravvivere

   

A carte scoperte 8

A carte scoperte 8 - 22 aprile 2011

 

La rubrica del Sindaco Fabbio su "Il Piccolo"

 

 

Per chi meno ha

 

I servizi socio-assistenziali vengono svolti attualmente da un Consorzio di Comuni. Il nome è un po' astruso, ma ormai è entrato nell'uso e nell'abitudine: CISSACA. Ora la legge ha prescritto di superare i Consorzi di funzioni fra Comuni, imponendo a questi ultimi di scegliere un nuovo modo di gestione di servizi che interessano le famiglie e le persone in difficoltà. Molteplici sono gli interventi del Consorzio: si va dall'assistenza ai disabili, alle borse lavoro, dagli interventi delle assistenti sociali su campo, al tutoraggio per minori e tante altre cose ancora come, ad esempio, la domiciliazione di donne in disagio familiare oppure l'assistenza domiciliare o il servizio educativo territoriale. Insomma, basta fare una capatina sul sito ufficiale del CISSACA per conoscerne i servizi.
Il Consorzio ha attualmente una caratteristica: è composto dal Comune capoluogo e da altri 22 Comuni. È uno dei pochi esempi in Piemonte. Funziona questo sistema? Abbastanza. Di certo non mancano i problemi, spesso collegati al bilancio del Consorzio e ultimamente i Sindaci in assemblea non si sono sottratti a vigorosi confronti sullo stato delle finanze dell'ente. Ma un valore, pur in contrasti peraltro sempre appianati, è stato preservato, ha funzionato. È quello della solidarietà, che in virtù delle economie di scala che si generano per la presenza del capoluogo, consente di offrire servizi ai piccoli Comuni del circondario, pur in presenza di loro contribuzioni minori all'ente.
Allora quale futuro? Esistono ipotesi diverse: le funzioni vengono trasferite all'Asl che si convenzionerà poi con i singoli Comuni. Oppure il Comune di Alessandria svolge direttamente il servizio socio-assistenziale, recuperando le funzioni proprie, ed i Comuni del circondario, nonché anche altri, si convenzionano con il capoluogo. O, ancora, si istituisce un'azienda speciale (l'attualizzazione delle tradizionali municipalizzate) che associa tutti i Comuni, Alessandria compresa.
Quale scegliere? Le forme convenzionali rompono il rapporto solidale fra Comuni. Sono più economiche per il capoluogo, ma alla fine indeboliscono i piccoli Comuni che potrebbero andare in difficoltà con le loro sole risorse. Le forme dell'Unione e dell'azienda speciale hanno lievi differenze, ma accentuano non poco il rapporto di collaborazione e l'aiuto che il capoluogo può fornire al proprio hinterland. Si potrebbero avere servizi distribuiti e diffusi con un esborso di poco più pronunciato da parte di Alessandria oppure sfruttare su area vasta le economie di scala che il capoluogo consente di fare.
Al di là dei problemi di assetto e della tendenziale preferenza alle forme associative che io do rispetto a quelle regolate da convenzioni, il problema è come fare a mantenere un livello qualitativo alto dei servizi per i cittadini, che non sono solo i semplici utenti finali, ma veri e propri portatori di interesse, motori di tutto il sistema, protagonisti del bisogno, che in tempi di crisi, è aumentato a tal punto da obbligarci a rivalutare tutto il nostro sistema di risposta e di offerta.
E si dovrà continuare su questo percorso, mentre il Consorzio è ancora in attività, accentuando la razionalizzazione dei servizi e riducendo il più possibile gli sprechi, al fine di liberare risorse per le nuove povertà e per i nuovi bisogni di una società in cui la migliore distribuzione della ricchezza rimane un obiettivo non raggiunto e ancora perfettibile.

 

 

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria