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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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15/05/2011

A carte scoperte 6

Certo che bloccare i lavori di messa in sicurezza della città per vizi formali non è l'iniziativa migliore. Evacuati per legge, dunque, non appena i fiumi si alzano. Per fortuna buone notizie per chi ha bisogno di casa

   

A carte scoperte 6

A Carte Scoperte 6 - 8 aprile 2011

 

La rubrica del Sindaco Fabbio su "Il Piccolo"

 

 

I fiumi, le piene e la legge

 

Ci sono iniziative che, pur legittime, si rivelano improvvide per una comunità. E' il caso del ricorso al TAR di Italia Nostra, che, accolto, blocca decine di milioni di Euro da investire in sicurezza per la città dalle esondazioni di Tanaro.

Così a servizio della esasperata ricerca delle procedure più aderenti alla legge (e anche in questo caso la dottrina e le idee sono multiformi) facciamo inginocchiare una città davanti alla sua paura più fondata.

Vuol dire che quando occorrerà andremo, per esempio, all'Osterietta a chiedere alla gente di uscire e abbandonare in fretta le proprie case alla furia del Tanaro oppure in altra zona a rassicurare - a parole - la gente che avrà paura perché magari gli argini andranno potenziati e potrebbero apparire insufficienti proprio nel momento della piena. E per generare paura, basta la percezione, non serve che l'acqua ti bagni i piedi.

E a chi ci contesterà i ritardi nei lavori di messa in sicurezza risponderemo in latino "dura lex sed lex". Bella soddisfazione, meno male che almeno il ponte Cittadella è stato abbattuto e qualche centinaio di metri cubi al secondo l'abbiamo guadagnato.

Ma quando una comunità potrà avere pace nel rapporto con i suoi fiumi?

 

 

Case per chi ha disagio

 

Chi scorresse i numeri di coloro che a vario titolo hanno fatto domanda per avere una casa popolare, hanno chiesto un contributo per l'affitto, si sono messi in lista d'attesa per avere un alloggio di emergenza abitativa, hanno richiesto unità abitative di edilizia residenziale agevolata, hanno tentato di usufruire dell'housing sociale, si spaventerebbero, tale e tanta è la fame di abitazioni a basso costo in questo particolare frangente della crisi economica.

A questo aggiungete che la crisi non ha solo colpito le famiglie border line, quelle cioè che non riescono a tirare avanti fino alla fine del mese e cercano collocazioni abitative a minor prezzo, ma anche coloro che volentieri avrebbero potuto acquistare un alloggio di proprietà. E purtroppo hanno deciso di non farlo. Ne è conseguito che l'offerta di nuovi alloggi è rimasta praticamente inalterata e la costruzione o la ristrutturazione di stabili si è praticamente fermata.

Ma un'altra questione è sorta, tutta giocata sul piano politico e sociale. Molti si sono fatti una domanda: ma perché con tanti alloggi sfitti non si può dare un ricovero alla povera gente? Qualcuno l'ha addirittura coniugata in conflitto di classe: "occupiamo gli alloggi sfitti e consegnamoli a chi ne ha bisogno".

Non è così semplice, perché alle lecite aspirazioni dei concittadini a disagio abitativo occorrerebbe contrapporre i legittimi diritti dei proprietari che vogliono mettere a reddito i loro alloggi, sui quali hanno investito loro risorse.

Da qui nasce l'idea, realizzata proprio in questi giorni, di un progetto pilota che una società immobiliare alessandrina ed il Comune condurranno su 27 alloggi offerti a canone calmierato, con garanzie da parte del Comune medesimo. I particolari... in cronaca ad horas.

 

 

Piercarlo Fabbio

Sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria