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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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18/10/2004

Alessandria 2000 è sviluppo per la città?

Ma di cosa si sta parlando? Di un supermercato che occupa la centesima parte della superficie prevista per l’operazione…

   

Alessandria 2000 è sviluppo per la città?

Piercarlo Fabbio, capogruppo di Forza Italia in Comune di Alessandria, interviene su Alessandria 2000 alla vigilia del voto che il Consiglio Comunale del 26 ottobre prossimo dovrebbe dare alla variante di PEC. Ecco il testo:

“Massì… parliamo anche noi, per l’ennesima volta, di sviluppo. Di un vento che dovrebbe cogliere una città come Alessandria, prostrata dal suo tran tran, e ridarle vigore. La nuova frontiera dello sviluppo, quasi la sua quintessenza, il simulacro per il quale rischiare di immolare una maggioranza di centrosinistra che tutto meno che salda ci appare, dovrebbe ormai essere – secondo il verbo dell’assessore al quasitutto Enrico Mazzoni – il lancio definitivo di Alessandria 2000. Per carità, non iniziamo subito con le battute da osteria, né recuperiamo l’ormai famoso “bella idea… quindici anni fa”, su cui, essendone l’inventore, sto facendo la fine di Meucci, in quanto troppi Bell se ne vogliono impossessare. Proviamo a ragionare nella complessità e chiarire che la variante di Piano Esecutivo Convenzionato che approderà al Consiglio Comunale, dopo il voto in Commissione, e che comunemente viene chiamata Alessandria 2000, è ben lungi dall’essere l’Alessandria 2000 di cui molti parlano. In origine, Alessandria 2000 occupava un’area di quasi un milione di metri quadrati, divisi in due comparti: l’unità Chiozzo Europa 1 (compresa tra il Platano di Napoleone e il prolungamento ideale di Corso Romita fino alla tangenziale) e il comparto CC/F6, che avrebbe dovuto innervarsi da corso Romita fin oltre l’attuale sede della Guala closures. Tutti sanno e molti sono rimasti convinti che ciò di cui si sta parlando oggi, sia una modifica del vecchio progetto. Niente di tutto questo: il comparto fieristico è lì a far bella mostra di sé solo sulle cartine di progetto, ma non vi è nessun imprenditore che abbia presentato una richiesta per la sua realizzazione. Niente quartiere fieristico, dunque. A ciò si aggiunga che l’unità Chiozzo è stata divisa in due parti, meridionale e settentrionale. Della settentrionale forse non si parlerà mai. Avrebbe dovuto contenere, soprattutto, edilizia residenziale. Migliaia di alloggi a servizio di una città che, nell’ultimo decennio, si è ridotta di circa dodicimila abitanti. Rimane la parte meridionale, già approvata nel 2000 dal vecchio Consiglio Comunale, che in queste ore presenta una variante, sostanzialmente legata alla presenza dilatata di un centro commerciale di 12500 metri quadrati. Ecco ciò di cui si parla. Partendo da 100 ettori si è giunti a partorire una modesta discussione su un francobollo (tutto è relativo) di poco più di un ettaro. Di per se stesso il dibattito non dovrebbe neppure rivestire i canoni di una sufficiente serietà, se non fosse che il contesto negato e non realizzato finisce per essere un’aggravante, anziché una attenuante. In più, nella confusione delle carte che i cittadini non vedono, c’è anche chi vuole far passare per sviluppo la costruzione nei pressi della tangenziale di un centro commerciale. Centro che, invece, finisce per essere, non tanto per effetto dei 4500 metri dedicati ad un supermercato alimentare, quanto per i 43 negozi che tendono a riprodurre un unicum autosufficiente di offerta al consumatore, il vero concorrente di un centro storico commerciale che, per mancanza di servizi, come ad esempio i parcheggi che l’Amministrazione Comunale continua a non far decollare, potrebbe veramente andare fuori mercato. Se sviluppo è spostare consumatori da Corso Roma a Corso Romita, allora ci accontentiamo di poco: una spruzzata di desertificazione urbana, tanti problemi di sicurezza in più, il depauperamento del valore degli immobili dell’area centrale, l’ulteriore sottrazione inutile di terreno alla natura ed una speranza – vana – che acquirenti dalle altre città della provincia si avviino coraggiosi sulla Statale 10 per raggiungere il paese del Bengodi. Massì… lasciamoglielo credere, se ne sono così convinti…

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria