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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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01/07/2004

E se Forza Italia chiedesse
le dimissioni alla Scagni?

Dopo il flop elettorale delle provinciali in Comune di Alessandria bisognerebbe fare ciò che Prodi ogni giorno fa contro Berlusconi. Il centro-sinistra perde la maggioranza degli elettori nel Comune capoluogo.

   

Il Consigliere dei Democratici di sinistra, Giovanni Bonzo, mi ha cortesemente invitato - durante il dibattito sul bilancio consuntivo 2003 del Comune di Alessandria - a non esagerare con i sondaggi, specie quando dicono male della Sindaco regnante in Alessandria (vi ricordate il 5,5 assegnato dai cittadini come voto alla Scagni?) e di occuparmi di più della realtà come effettivamente si articola. Accetto il consiglio e mi adatto - quasi sospinto ed obbligato - ad una attività che sembrava ormai obsoleta per le nuove formazioni partitiche della seconda Repubblica: l'analisi dei dati elettorali. Resto in Alessandria, cercando di comparare le ultime due elezioni che si sono svolte: quella delle comunali 2002 e quella delle ultime provinciali. Per semplificare corro subito ai due grandi poli: il centro-sinistra (l'ho scritto con il trattino, visto che nell'area vi è in atto un sofisticato dibattito), che aveva vinto le comunali con il 52,24%, perde ben 6112 voti in valori assoluti e, con un -5,46% che ha dello straordinario in una tornata dove le vittorie di questo polo si sono sprecate, scende al 46,78%. Perde, cioè, la maggioranza nel Comune capoluogo. A favore di chi? Probabilmente a favore del centro-destra, ma non è detto. È vero che la Casa delle Libertà raggiunge il 50% netto con un incremento del 2,25%, ma è altrettanto vero che esistono ancora formazioni da computare: la lista No Aeroporto (1,19%), Fiamma Tricolore (0,81%), Patto Segni (0,72%) e Gente Produttiva (0,70%). Un 3,21% che potrebbe tranquillamente aggiungersi al centro-destra o forse sarebbe meglio dire che detto elettorato potrebbe essere più incline a scegliere la Casa delle Libertà, a patto che la coalizione che fa capo a Forza Italia sappia essere più dinamica, sappia leggere con maggiore attenzione la politica che cambia e sappia superare schematismi poco utili. Ad esempio, una Lega Nord, che decide di andare da sola, senza neppure chiedersi perché la sinistra si unisca in un cartello elettorale già al primo turno, anticipi i tempi e semplifichi il quadro all'elettorato, perlomeno ha peccato di superficialità nella lettura del quadro che la circondava, sacrificando sull'altare dell'identità una reale possibilità di vittoria. O almeno uno dei possibili tentativi per raggiungerla. In questo quadro, però una cosa è chiara: il decremento netto di alcune forze politiche che, invece, avrebbero dovuto vincere: i DS hanno perduto il 4,47%, la Margherita ha contratto i voti dello 0,17 e la lista civica Cittaperte, che ha come riferimento Mara per la nostra città si è praticamente disciolta passando dall'8,51% delle Comunali all'1,84% delle Provinciali. Ben 3426 elettori l'hanno lasciata e rimangono solo in 771 a sostenerla. Un altro inequivocabile segnale che tutto ciò che è riconducibile al governo Scagni non è stato gradito. Può darsi, quindi, che il voto di 5,5 fosse un gioco, ma un gioco a cui gli elettori stessi hanno creduto. Ora, se noi applicassimo il principio di corrispettività, non ci resterebbe che fare ciò che Prodi - leader a secco del centro-sinistra - chiede a viva a voce a Berlusconi. Cioè di andarsene. Se è vero che Berlusconi ha perso in tante piazze d'Italia la competizione amministrativa è altrettanto vero che la Scagni ha perso in modo significativo nella sua città. Ci spetterebbe chiederle, dunque, le dimissioni, senza mezzi termini. Ma visto che crediamo ancora nelle istituzioni e non nel disfattismo che il centro-sinistra sta trasmettendo al Paese ci asteniamo, consapevoli che i cittadini di Alessandria, sapranno capire che questo sacrificio tentiamo di farlo per il bene della città. Forse per l'ultima volta. Ah, alla prossima…

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria