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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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13/07/2004

Provincia: un presidio democratico
contro... Berlusconi

Un programma dove il nulla viene camuffato dalle reiterate critiche all'azione del Governo centrale. Lavoro, scuola, sanità, terzo valico tra contraddizioni e tentativi di salvataggi in corner.

   

"Il centro-sinistra alessandrino - quello che ha vinto in Provincia con Filippi e con un programma dal titolo magniloquente, "Una provincia grande e unita" - ha innanzitutto imparato una cosa: nel sistema politico italiano si può vivere di una tranquilla sinecura. Quando non sai che pesci pigliare, attacca il Governo del Paese ed esci velocemente dall'impaccio. E se non basta, effettua un piccolo passaggio critico sul Governo Regionale oppure - e questo ha un sicuro effetto-presa sul popolo della sinistra - trasforma l'Ente Locale in un "presidio democratico" contro questa o quella legge che politicamente non si condivide, ma che ahimé, si dovrà applicare se è vero che viviamo in una Repubblica con livelli pure equiordinati, ma con competenze assegnate dalla Costituzione. Questo fa il programma di Filippi quando decide di volare alto, cioè su temi come il lavoro, la scuola, la sanità, le infrastrutture. Ne volete un esempio? Sul terzo valico la giunta Filippi è tirata per la giacca da tutte le parti: nella coalizione che sostiene il neo presidente c'è chi lo vuole (i centristi) e chi non ne vuole sentire neppure parlare (gli ambientalisti e gli ecopacifisti). Ebbene qual è la ricetta? Eccola: "la questione del cosiddetto Terzo Valico ferroviario andrà governata". Come? Non si sa. Quando? Boh? L'importante è garantire un metodo, cioè "il valore assoluto delle funzioni degli Enti Locali" a contrasto delle impostazioni lesive di tale principio contenute nella "legge obiettivo" e "adottando ogni iniziativa necessaria a difendere tale principio. Un programma più consono ad un gruppo antagonista che ad un'istituzione. Il Governo vuole fare opere pubbliche di indubbio interesse per il Paese? Male. I Comuni debbono opporsi e la Provincia è lì per difendere tale metodologia. Ma un esempio è poco. Passiamo oltre. Ecco la questione del lavoro, che è un banco di prova assai importante per un Ente come la Provincia a cui la legge ha delegato funzioni importantissime e delicatissime di relazione tra domanda ed offerta di lavoro. Per il già citato programma la Provincia dovrebbe - proprio in ragione delle proprie competenze - ridurre i danni procurati al Mercato del Lavoro dalla Legge Biagi. Ma come, anziché attrezzarsi per mettere in pratica una legge che è valutata dai più come l'elemento necessario per svecchiare il sistema lavoro in Italia colpevole di molti dei nostri guai occupazionali, la Provincia dovrebbe perseguire, come per l'assunzione di droghe, la riduzione del danno? E il documento individua anche quello che non si deve fare: impedire ai Comuni di occuparsi di lavoro, opporsi alla certificazione dei rapporti di lavoro, uno strumento per poter ridurre la conflittualità giurisdizionale, ridurre il più possibile (anche qui ecco la "soglia minima") i contratti di lavoro a tempo determinato e quindi, impegnarsi a fondo nella lotta al lavoro nero che si è aiutato a proliferare per effetto della non adesione a contratti più flessibili. Non parliamo ella scuola, ove la Provincia ha competenze legate alle strutture. Cioè dovrebbe garantire buoni contenitori per i nostri figli, in piena sicurezza ed agibilità. Ma anche qui la voglia di far polemica è troppa, per cui le prospettive della riforma Moratti sono "molto inquietanti" e "rilasciate da una vera e propria controriforma". Se questa, dunque, è una prima leva, la seconda è costituita dalla negazione dell'applicazione del principio di sussidiarietà: la Provincia vuol governare tutto, dal mercato ai problemi di competenza… Ma forse di questo secondo aspetto più dirigistico è meglio occuparsene oltre."

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria