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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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18/10/2009

CGIL in piazzetta: scatenato il finimondo per... 100 euro

Il Comune non vuole che si rovini piazzetta della Lega appena rifatta con una tensostruttura ancorata a quattro plinti da otto tonnellate. Ma la Camera del Lavoro si scatena. Peccato che ognuno che si trovi nelle stesse condizioni dovrà garantire di non far danni e di pagarli immediatamente se procurati. La CGIL come altri. L'intervento del Sindaco Fabbio

   

CGIL in piazzetta: scatenato il finimondo per... 100 euro

Mi scrive un cittadino: “Ottima la richiesta di polizza fidejussoria escutibile a prima richiesta e senza possibilità di opporre eccezioni a coloro che utilizzano la piazza.... (sia chi sia)..... Avanti così.”

L’ho ringraziato perché ha centrato un problema che, improvvisamente ha interessato mezza Italia: sono intervenuti il vicesindaco di Milano, on. De Corato, quello di Venezia, la CGIL in gran copia, la Cisl e addirittura, udite, udite il Presidente emerito della Consulta Antonio Baldassare che piglia lucciole per lanterne e scambia un problema di occupazione di suolo pubblico con uno di ordine pubblico e si infila in una diatriba tra competenze suggerendo addirittura alla CGIL la “disubbidienza istituzionale”. Complimenti al Presidente emerito per il consiglio, ma io, fossi la CGIL di Alessandria, non lo seguirei.

Ma andiamo per ordine: la CGIL per effettuare gli Stati Generali si rivolge al Comune per avere l’autorizzazione di svolgere la propria manifestazione in Piazzetta della Lega. Fin qui nulla da dire, tant’è vero che, pur non avendo un ruolo specifico in materia (si tratta di fatti che riguardano direttamente gli uffici) e neppure esistendo fondati motivi di tutela della sicurezza urbana, mi sono sentito di esprimere verbalmente il mio parere favorevole.

La pratica era già in iter. La Polizia Municipale avrebbe dato parere favorevole per quanto riguardava la viabilità, ma occorreva un conforto da parte dei lavori pubblici, perché CGIL aveva comunicato la volontà di installare una tensostruttura che avrebbe dovuto essere ancorata al terreno con plinti di cemento (di norma si usano cubi di un metro di lato, dal peso di circa 2 tonnellate ognuno). Penso che i tecnici dei LLPP abbiano incominciato a porsi il problema della portata della nuova pavimentazione, dei suoi giunti e delle luci a terra di cui è disseminata la piazza. Avrebbero tali elementi potuto sopportare un peso di 2 tonnellate su metro quadro oppure vi sarebbero stati potenziali rischi di rottura o di sprofondamento dei lastroni di granito da poco installati? Per cui hanno chiesto, tra le prescrizioni per concedere l’occupazione suolo pubblico, una garanzia fideiussoria che coprisse potenziali danni fino a 30.000 euro. Garanzia che costa agli organizzatori intorno ai 100 euro.

Il cielo si è aperto e la CGIL non ha trovato di meglio che scomodare l’intero vocabolario dell’indignazione del quale possiede quasi esclusivamente le chiavi: indegna richiesta del Comune, si vuole negare la libertà di manifestazione, il Sindaco non vuole sentire che vi sono lavoratori che soffrono e disoccupati e via di seguito con il catalogo scontato delle lamentazioni conosciute.

Tutte cose ipotizzate, ma false. Spiace dirlo, ma cosa c’entrano 4 plinti da 2 tonnellate ognuno con la Costituzione? O con chissà quale altro diritto di cittadinanza? Nulla! È un peso che potrebbe rompere la pavimentazione della nuova piazza e come Comune siamo stufi di subire il danno, ripararlo a spese di tutti e poi magari rivalerci in sede giudiziaria.

E cos’è, un reato di lesa maestà chiedere una garanzia su danni eventualmente prodotti dalla CGIL? O a tutti coloro che si trovassero nelle stesse condizioni?

Eppure il dibattito si è sviluppato fluente. Ognuno ha detto la sua, senza sapere bene di cosa parlasse, ma l’ha detta. Si chiama tritacarne mediatico: si parla comunque, basta apparire. L’aderenza alla realtà alla fine che c’entra, intanto la notizia si brucerà nel giro di poche ore?

Ed è qui che invece sorge la mia competenza, che non è né tecnica, né gestionale, ma semplicemente di indirizzo: la città è di tutti – il che non equivale a dire che è di nessuno – e se qualcuno la rompe, la paghi. Non che tutti dovranno pagare il danno di alcuni.

La scorsa settimana gruppi di anarchici e altre associazioni hanno liberamente manifestato contro il Pacchetto Sicurezza del Ministro Maroni. Hanno scritto sui muri, sulla porta di una Chiesa, sulle pareti del Vescovado e dove potevano hanno lasciato il loro ricordo. E ora? Fra un po’ i concittadini ci diranno: “ma quanto ci vuole a rimuovere quelle scritte? Sbrigatevi!” Eh, già, con i denari pubblici dovremo fronteggiare la violazione di una delle più elementari regole di vita civile: è vietato deturpare, imbrattare, sporcare con scritto o altro edifici pubblico o privati. E dovremmo farlo subito, anche se i danari non sono a bilancio per riportare il decoro a quelle strutture a cui è stato tolto. E perché non consentire da subito ai manifestanti tali comportamenti?

Ci dicono: “ma non si fa così: prima si lasciano fare i danni, poi si aggiustano con il denaro di tutti, poi si denunciano gli eventuali danneggiatori e poi si aspetta che qualche giudice condanni, per tutti i gradi necessari del giudizio, il danneggiatore.” Bene, ma in questo caso io già conosco il potenziale danneggiatore, si è auto dichiarato: è chi installerà la struttura per la CGIL. Perché devo impegnare corpi dello Stato per anni, spendere denaro pubblico sotto varie forme, quando è possibile con una polizza di 100 euro a carico degli organizzatori evitare lungaggini e sprechi?

Se non ci fosse di mezzo la politica la risposta sarebbe semplicemente “bene”, invece ecco tirare in ballo tutte altre questioni che c’entrano come i cavoli a merenda.

Alla CGIL sono specialisti in questo e lo hanno fatto con cura, peccato che non siano andati a controllare che per la manifestazione “Alessandria Wawe”, (marzo 2008, se non ricordo male) che prevedeva l’installazione di una struttura del genere, organizzata dal nostro stesso Comune sulla vecchia pavimentazione, l’Assessorato competente ha tranquillamente pagato la propria cauzione.

E pensate, non è neppure intervenuto a nostra difesa uno straccio di Presidente emerito della Consulta.

Devo dire che in Comune, da oggi in avanti, ci sentiamo un po’ cittadini di serie B… CGIL permettendo.

 

 

Piercarlo Fabbio

Sindaco di Alessandria

 

 

 

Un pezzo che ripercorre un poco la vicenda lo trovate cliccando qui

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria