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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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22/12/2003

La democrazia in Iraq: un modello improprio?

Durante l'intervista su Radio BBSi al generale Gian Gabriele Carta si è discusso se è lecito imporre la democrazia con le armi. Ma l'Esercito italiano è consapevole di dover usare il fucile per farlo abbassare ai terroristi e favorire la pace.

   

Il generale Gian Gabriele Carta, attuale Comandante della Regione Sardegna, ma già al vertice della Brigata Sassari, che in Iraq occupa un compound a Nassiriya, pur con modalità e locazioni diverse dai Carabinieri, mi ha esposto, in un'intervista a Radio BBSI, le sue idee sulla nota questione "armi e democrazia". L'oggetto della contesa - di sapore tutto occidentale - è il solito: la democrazia è un modello che si può imporre oppure sottende un'accettazione ed una condivisione dal basso, che in Iraq non c'è? E ancora, come fare ad esportare il governo del popolo, quando tale popolo, pur avendo una naturale propensione a decidere i propri destini, è stato purtroppo abituato a subire la dittatura sanguinaria di Saddam Hussein e non ha altri strumenti di conoscenza per poter scegliere un diverso modo di governo. O peggio, il modello democratico è eminentemente associato all'emisfero ovest del pianeta e non si adatta a culture e civiltà diverse, specie a quelle di religione mussulmana (il perché è tutto da stabilire). Bene, stante queste domande che costituiscono una buona dotazione per un convegno un poco radical chic e non per una missione di pace in una terra martoriata dalla guerra e dall'oppressione, molto più sbrigativamente il generale Carta mi ha spiegato che l'esercito ha spianato le armi per chiedere all'interlocutore di abbassarle e mi ha ricordato che la stessa operazione era stata fatta in Kosovo ed in Bosnia Erzegovina. Mi ha anche fatto notare che dal terrorismo dei kamikaze è difficile difendersi. Un conto è raddoppiare le pattuglie, attuare maggiore attenzione nelle procedure, ma se i ragazzi della Brigata Sassari stanno distribuendo - come è successo nei giorni scorsi - medicinali ai bambini dell'ospedale pediatrico di Nassiriya e un uomo vestito da infermiere ed imbottito di tritolo si avvicina a loro e si fa esplodere quali sarebbero le difese preventive da mettere in pratica? Insomma il rischio zero non esiste, specie in aree come quella irachena dove la normalizzazione democratica è un percorso che appare ancora lungo, nonostante molto si sia già fatto. Certo che l'obiettivo del terrorismo è quello di impedire che in uno Stato dello scacchiere mediorientale si imponga la libertà e la democrazia. È quello di evitare, prima di ogni altra cosa, che una popolazione si possa accorgere che in uno Stato democratico - pur con tutte le limitazioni del sistema - si stia meglio che sottomessi da una dittatura, specie se basata sui valori del fondamentalismo religioso islamico. Detta così pare una catalanata, ma a far bene attenzione proprio su questo si sta discutendo. Ahimè! Ah, alla prossima... Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria