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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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20/12/2003

Crosetto: Sindaci e Consigli
pari non sono!

Al Convegno organizzato da Sandalo e Sirchia in Provincia nel decennale della legge 81/93, il coordinatore regionale di FI non si accoda al coro dei trionfalisti. Anzi... Più attenzione al ruolo delle istituzioni e dei Consigli.

   

Parlare dello stato di salute delle istituzioni non è argomento che affascini i cittadini. Eppure chi è stato scelto dagli elettori per vivere in prima persona l'amministrazione pubblica dovrebbe, ogni tanto, monitorare la situazione; chiedersi se la qualità delle politiche intraprese soddisfi alcuni paradigmi di fondo che stanno alla base del raggiungimento dei risultati che molte Amministrazioni si prefiggono in termini programmatici. Insomma, detta con altre parole, i cittadini guarderanno i risultati - e questo è giusto - ma gli amministratori pubblici dovranno essere in grado di verificare anche le condizioni democratiche attraverso le quali tali effetti vengono raggiunti. Una grande opera può essere realizzata anche tramite l'ukase di un dittatore, ma ciò soddisfa il patto sottoscritto fra elettori che hanno chiesto di essere rappresentati nel rispetto della democrazia, cioè del potere di ognuno che si riverbera operativamente nella garanzia di decisioni collegiali, nel confronto fra idee e posizioni pur diverse fra loro? Penso che i cittadini ancora attenti alla vita delle istituzioni non vogliano decisioni a qualsiasi costo, ma siano particolarmente attenti alle condizioni con cui si realizzi un più alto tasso di democrazia compiuta. Così, durante la giornata di studio organizzata da Davide Sandalo e Nicola Sirchia, a Palazzo Ghilini e dedicata all'elezione diretta del Sindaco e del Presidente della Provincia a dieci anni dalla pubblicazione della legge 81, sono risuonate come macigni le parole, schiette e chiare, di Guido Crosetto, coordinatore regionale di Forza Italia, ma anche Sindaco di Marene e parlamentare, sul disequilibrio di poteri fra primi cittadini e rispettivi consigli comunali, fra presidenti di provincia e consigli provinciali. Quale lo stato dell'arte? "Sfido - ha detto Crosetto elettrizzando un ambiente che si era adagiato sulle relazioni un poco difensive di Adriano Ciaffi, padre della legge, e di Mercedes Bresso - un consigliere comunale o provinciale ad incidere sulla sua realtà. Non ne ha i poteri". E come se ciò non bastasse ecco la seconda bordata: nelle Amministrazioni pubbliche il Sindaco o il Presidente della provincia sono dei professionisti della politica, i consiglieri o i capigruppo rimangono dei dilettanti perché non vi è sostegno economico sufficiente alla loro attività pubblica. Entrambi sono eletti direttamente (la legge dieci anni fa estendeva l'elezione diretta anche a Sindaci e Presidenti di Provincia, quando invece già lo si faceva per i Consiglieri), ma ben differenti sono i loro poteri. Entrambi sono legittimati, ma nel delirio legislativo e dell'opinione pubblica che si era dichiarata disposta a barattare un sistema dualistico di poteri (Sindaco e Consiglio, in quanto la Giunta ha una funzione sussidiaria) con una deriva monastica, c'è qualcuno oggi che è più legittimato di altri. Eletto allo stesso modo, ma con poteri ben differenti. E i Consigli? Organi di mera ratifica delle decisioni dell'esecutivo, incapaci di agire di vita propria, di indirizzi e di orientamenti all'esecutivo. Il più delle volte consapevoli di questo ruolo improprio, ma parzialmente conniventi (è la storia di tante maggioranze) per evitare che il manovratore possa essere disturbato dal cicaleccio della democrazia… Nel regno inerme di cui discute De Rita la de-istituzionalizzazione porta ad un'involuzione pericolosa della nostra democrazia. Su questa e su altre questioni , d'ora in poi, dovrà esser posta maggiore attenzione, senza aver timore di toccare tematiche troppo ampollose. Nelle istituzioni non si può vivere di solo bipolarismo programmatico sulle questioni più importanti delle nostre comunità, ma ci si deve interrogare, con maggiore frequenza, sul ruolo che si interpreta ed avere il coraggio di correggerlo in corsa, apportando quelle modifiche che già sono previste dal sistema, ma che, per noia, abitudine o incapacità, vengono spesso dimenticate dai più.

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria