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Martedì 5 agosto 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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15/10/2003

Alessandria non è Roncofritto!

Fabbio risponde alla Sindaco che ha sfidato l'opposizione sui fatti. Ma non siamo a Zelig: Giunta e opposizione hanno ruoli ben distinti. La prima deve fare i fatti, la seconda controllare. La controsfida? Dire alla Giunta ciò che deve fare.

   

La sindaco Scagni ha sfidato la opposizione consiliare sui fatti. Basta con le parole, troppe, è sembrato che dicesse, vediamo chi è più bravo a risolvere i problemi della città. Peccato che questa - all'apparenza una bella frase ad effetto - non sia che l'ultima gaffe del sindaco. Perché. Per la ragione che l'opposizione non può competere su questo terreno. Non ha un apparato di quasi mille persone a sua disposizione, non può dare indirizzi ad una ventina di dirigenti, alcuni ben pagati per dipendere da una Pubblica Amministrazione, non ha i cordoni della borsa, né può gestire in alcun modo il fatturato di oltre 180 milioni di euro di cui è capace il Comune, non incassa danari dalle tasse che s'impongono ai cittadini, non è stata votata per fare, ma per controllare. Cosa? Che chi è stato scelto dagli elettori per fare, faccia. Ecco la semplice, banale, elementare, per chi faccia politica da almeno un giorno, differenza fra maggioranza, esecutivo (che esegue, dunque o che deve farlo) e minoranza. Quest'ultima può poi essere chiamata opposizione se riesce a sviluppare una filiera di proposte per la città che si contrappongono o si integrano con l'azione della Giunta e di chi la sostiene a livello consiliare. Mi scuso per il tono fin troppo didascalico, ma, come dicono i romani, quanno ce vo' ce vo'. Continuo. L'opposizione è invece dotata di altri strumenti: può indagare, chiedere informazioni, tentare di venire in possesso dei dati, perché nonostante le leggi, burocrazia ed esecutivo latitano sulla trasparenza degli atti, si fanno improvvisamente timidi quando devono "scoprire le carte", si trincerano dietro improponibili riservatezze, cercano di depistare la scoperta, rendono non agevole l'individuazione di questo o quel documento. Superando questo quotidiano percorso ad ostacoli, comunque, l'opposizione può verificare da vicino l'operato della Giunta, ma non si sostituisce ad essa. Può, poi, essere propositiva. Può condurre, cioè, un'azione di interpretazione alternativa della realtà: sindaco, giunta e maggioranza dicono che non vogliono allargare la statale 10? Bene, la minoranza, oltre ad opporsi semplicemente, può decidere di fare proposte alternative alla città: trovare per esempio chi costruisce per noi l'opera, compresa di ponte, con denari propri e offrire questa proposta all'esecutivo, affinché la valuti e decida. Sollecitarlo affinché realizzi, faccia. Pungolare affinché non prometta a vanvera investimenti faraonici e poi se la svigni quatto quatto con puerili giustificazioni. È successo all'ultimo consiglio Comunale quando mi sono sentito rispondere dalla maggioranza che il piano degli investimenti (per il 2003 previsti circa 33 milioni di opere, si e no realizzate per 12) non è altro che un sistema per reperire fonti di finanziamento. Cioè è un dichiarato libro dei sogni che la legge impone, ma a cui non bisogna dare troppo credito. Stupito mi sono chiesto a quali carte dovrei credere, visto che la maggioranza dichiara non attendibili le proprie. Basito mi sono chiesto se le cifre snocciolate in aula dalla collega Curino sull'incidenza debole delle spese per il sociale, o le precise indicazioni sullo stato dei marciapiedi e delle strade in città fornite dal consigliere Mico' non fossero mere costruzioni della loro fervida fantasia a sentire le giustificazioni un po' sofferte giunte dai banchi del centrosinistra. Anzi questo è un aspetto che dovrei indagare: perché la maggioranza ha pericolosamente declinato una difesa d'ufficio sull'operato della Giunta in questo ultimo anno e non più? Ecco il nodo: non mi ha preoccupato la sicumera con la quale la sindaco ha dichiarato di aver fatto ben al di là del previsto (non a caso abbiamo votato contro al "previsto" perché lo ritenevamo insufficiente ed inadeguato), ma la confusione dei ruoli che è stata tentata. Il trascinare, cioè, la minoranza in un fallimento che è solo della maggioranza, in una responsabilità che è naturalmente di chi comanda e non di chi si oppone o cerca di farlo al meglio, fino ad individuare tematiche bipartisan (lo sviluppo, i collegamenti, le infrastrutture) sulle quali offrire la massima collaborazione, che, di fatto, viene tollerata con sufficienza. Il resto? Battute da avanspettacolo, neppure da varietà. Come quella di spostare una farmacia solo perché i passanti vi inciampano davanti per la sconnessione del marciapiedi o quella, assai più invereconda, di caricare su Forza Italia la responsabilità di ipotizzare un appoggio del Vescovo alle meravigliose sorti e progressive di questa Giunta. Siamo abituati a considerare l'azione del nostro presule - intelligente e sensibile - in direzione di una pastorale attiva ed importante per la nostra città e non ci interessa condividere valutazioni che non sono nostre. Sui fatti, invece, siamo attenti: non possiamo farne, ma riteniamo che, dopo la dichiarazione del Sindaco, non ci resti che un'interpretazione possibile: dovere noi dire alla Giunta cosa dovrebbe fare. Su ciò accettiamo la sfida, ma vogliamo che la verità sia ristabilita e con essa la dimensione ed i poteri delle parti in campo. Perché altrimenti potremmo, con la stessa mancanza di stile, dichiarare: "fatti non p...". Ma il Comune di Alessandria non è Roncofritto e, soprattutto, la nostra città non è il ridente carrozzone di Zelig.

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria