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Martedì 5 agosto 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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15/10/2002

La storia del recupero dell'ex sanatorio Borsalino

Alcuni particolari che nessuno ha detto all'inaugurazione del cantiere. 19° puntata - Non solo per panchine, rubrica su Radio BBSI

   

"Meno male che c'era la nebbia alla posa della prima simbolica pietra della ristrutturazione dell'ex Sanatorio Teresio Borsalino. Meno male, perché in Alessandria la nebbia è segno distintivo e il non averla fa legittimamente sospettare che qualcosa non funzioni per il meglio. Sarà un vezzo, ma io preferisco pensare che la nebbia, per Alessandria, sia un po' madre e matrigna… ma soprattutto sia madre. E meno male che coloro che si sono avvicendati a discutere e a parlare della nuova opera - e che hanno l'indubbio merito di aver fatto decollare operativamente la struttura - non abbiano fatto menzione di come quest'idea è nata. Meno male, così ho l'occasione di ri-raccontare una storia che gli internauti potranno trovare in un libro - "Il tuono in riabilitazione" - che si trova sul sito www.fabbio.it, ma è presente su Internet dal 1995! Siamo nel dicembre 1994, a poco più di un mese dall'alluvione e "la città vive ormai immersa nei problemi alluvionali. Le industrie squassate, il destino di migliaia di lavoratori, le case inondate, gli interventi in emergenza del Governo. Ma qualcuno inizia a pensare che il rilancio di Alessandria dovrà avvenire evitando di ricostruire ciò che già prima non funzionava. L'alluvione, insomma, come tragedia da virare all'occasione di una rivitalizzazione del capoluogo, da troppi lustri in graduale e costante decremento economico. C'è un versante, ad esempio, quello sanitario, che vive tra passioni, suggestioni (l'Ospedale Civile evacuato, l'Ospedaletto invaso dall'acqua e impossibilitato ad operare, il Borsalino abbandonato dopo l'arrivo del Tanaro) e spirito di rivalsa. Un poco tutti vogliono dimostrare che non solo si sarà capaci di rimettere in sesto la situazione, ma anche di seppellire un vecchio modello di sanità pubblica per sostituirlo con uno nuovo e più avanzato. Le azioni positive si rincorrono. Alcuni operatori politici (fra cui chi scrive) danno fondo ad un concetto sulle colonne de "Il Piccolo", che accetta di buon grado di accogliere il dibattito, anzi, lo sostiene. Per un qualche richiamo istintivo e culturale tutti appuntano l'attenzione sull'ospedale Teresio Borsalino. Quindi sono in molti ad accogliere l'invito di alcuni Consiglieri comunali (Pierluigi Cavalchini, Piercarlo Fabbio, Alberto Prete, Carlo Vergagni), che lanciano un'idea alla città. Perché non cogliere l'occasione per trasformare il Teresio Borsalino in un centro polifunzionale di recupero, in unità spinale e in una RSA? Cinquemila cittadini firmano la petizione. Altri Consiglieri aderiscono alla proposta. Al banchetto per le firme si accostano anche il Sindaco e alcuni assessori, che sottoscrivono. Persino l'architetto Ignazio Gardella offre la sua disponibilità. Contestualmente anche l'Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria sta pensando a qualcosa di simile. Lo stesso Consiglio Comunale non si accontenta di stare a guardare. Vuole collaborare. Così, verso fine dicembre, nasce la Commissione per l'emergenza e la ricostruzione dei servizi ospedalieri. È composta da Piercarlo Fabbio, Enrico Mazzoni ed Ernesto Pisani. Tra le strategie di lavoro, fa capolino anche l'attenzione da fornire al Borsalino, anche se i problemi sono ancora tanti e l'Ospedale Civile, dopo l'evacuazione, ha ripreso solo parzialmente la sua attività. Pure i vertici dell'USSL70 (fino al 31 dicembre 1994 si chiama ancora così) costruiscono una proposta di riutilizzo dell'immobile. L'evento politicamente importante è però la petizione popolare. Cosa dice quel foglio umidiccio "ciclostilatoinproprio"? Ecco alcuni stralci del testo: "Il centro polifunzionale al Borsalino. Si tratta di un centro polifunzionale multidisciplinare che utilizza professionalità medico-chirurgiche ed infermieristiche già presenti nelle strutture sanitarie alessandrine: cardiologica, fisiatrica, neurologica, neurochirurgica, ortopedica, pneumologica, rianimatoria ed urologica. Il centro è orientato al recupero del politraumatizzato osseo e midollare, in modo da garantirgli la massima possibilità di autonomia e partecipazione alla vita sociale ed economica; alla valutazione del paziente cardiopatico, alla prevenzione secondaria della cardiopatia ischemica, alla riabilitazione post operatoria dell'operato di cuore; al recupero del paziente pneumopatico e di supporto in molteplici campi della medicina e chirurgia." L'USSL70 lavora ad un progetto di massima vero e proprio. Ecco cosa scrive l'architetto Pesce, capo del settore fabbricati, nel proporre la realizzazione di un "Centro di terapia semintensiva respiratoria e di Riabilitazione cardiorespiratoria, neurologica e motoria": "Questo evento (l'alluvione, n.d.a.) e la constatazione dei danni che ne consegue, fanno pensare ad una riprogettazione anche funzionale dell'edificio, rilevato che le degenze pneumologiche che esso ospitava erano in ogni caso destinate in tempi relativamente brevi ad essere trasferite all'interno del presidio ospedaliero SS. Antonio e Biagio. L'ipotesi per una ridestinazione funzionale del Presidio Ospedaliero "T. Borsalino" prevede altre e nuove destinazioni del fabbricato principale, anche un riutilizzo organico dell'intero complesso edilizio, in modo tale da poter recuperare pienamente l'intera area a disposizione. Il fabbricato principale dovrà ospitare un centro di riabilitazione (cardiologica, pneumologica, ortopedica, geriatrica, neurologica) e sull'altra ala una RSA per anziani non autosufficienti." Il documento di riferimento per l'impegno del Comune di Alessandria nei confronti della ristrutturazione del Borsalino è prodotto dalla Commissione di studio sulla ricostruzione e riorganizzazione dei servizi ospedalieri del Consiglio Comunale. Nel suo primo rapporto, data febbraio 1995, i consiglieri Fabbio, Mazzoni e Pisani recepiscono l'iniziativa della petizione popolare e si incominciano ad addentrare più puntualmente nei problemi che la materia comporta: "Occorre, proprio per verificare la reale necessità di un centro polifunzionale, che l'USL20 e l'AO analizzino i costi ogni anno affrontati per far assistere pazienti alessandrini presso le strutture convenzionate di Veruno e Montescano (...)". Per l'Unità Spinale viene riscoperta una vecchia delibera della Giunta Regionale del Piemonte, assunta il 30 dicembre 1987, nella quale si individuano i criteri di indirizzo relativi all'istituzione della Unità spinale nella Regione Piemonte per il quadrante nord ovest e sud ovest. Se a nord ovest l'Unità spinale viene istituita, a sud niente è stato finora fatto. È una buona occasione per recuperare argomenti che fanno prediligere Alessandria ad altri siti: il riequilibrio territoriale, la presenza di un Ospedale di interesse nazionale, la nascente divisione di cardiochirurgia, il completo sistema di grandi arterie che permette un facile accesso alla città e via di questo passo. Pure la SO.M.I.PAR (Società Medica Italiana di Paraplegia), nel cui consiglio direttivo vi è un alessandrino, il prof. Dario Fiandesio, è da tempo impegnata nella battaglia per l'istituzione di Unità Spinali. I materiali vengono diffusi dal dr. Carmelo Boccafoschi, primario urologo dell'ospedale di Alessandria, che, in ogni modo, non è l'unico a sostenere l'idea che il Santi Antonio e Biagio troverebbe un suo avanzato e sofisticato completamento con la concretizzazione del progetto Borsalino. La rete solidale di cultura, politica, mondo delle professioni è ormai tessuta..." Questa la storia dei primi momenti, che ovviamente nessuno ha ricordato. Così mi tocca fare l'one man band. Che peccato! Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria