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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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23/02/2009

Veltroni: sognava Obama e ha partorito Di Pietro

Ma se c'è burrasca a Sparta, Atene non può ridere. Il problema sta nelle prospettive. Reggerà il sogno del bipolarismo? Don Chisciotte disegna qualche scenario possibile

   

Veltroni: sognava Obama e ha partorito Di Pietro

Cinque sconfitte consecutive: politiche dell’aprile 2008, amministrative di Roma, regionali del Friuli V.Giulia e cappotto alle amministrative siciliane, regionali di Abruzzo e, adesso, la più cocente: le regionali della Sardegna
Avevamo scritto che se avesse vinto Soru, avrebbe vinto il padrone di Tiscali e dell’Unità e Veltroni si sarebbe ritrovato un concorrente in più alla segreteria del PD; se avesse perso Soru, come di fatto è avvenuto e in maniera clamorosa, avrebbe perso Veltroni.
Si pensava che avrebbe resistito anche alla quinta sconfitta, ma dopo l’annuncio alla vigilia del voto, della discesa in campo per la segreteria del partito dell’alfiere di Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani, Veltroni non ha retto e ha gettato la spugna.
Un fallimento clamoroso della sua strategia fondata sulla “vocazione maggioritaria”, smentita dopo le promesse del Lingotto, con l’innaturale collegamento con quell’Italia dei valori del leader di Montenero di Bisaccia, che gli ha succhiato il sangue e, dopo la Sardegna, ha la sfrontatezza di dichiararsi l’unica vera opposizione al Cavaliere.
Risultato: Veltroni che sognava Obama ha partorito Di Pietro. E per il PD si è aperta una fase drammatica in cui è in gioco la sua stessa sopravvivenza come partito unitario. Di possibile 8 settembre ha parlato, infatti, l’On Enrico Letta.
Convocata d’urgenza l’assemblea nazionale, Sabato 21 febbraio si è puntato sullo stagionato giovane Dario Franceschini, il Caronte di Ferrara, che dovrebbe traghettare il Partito, attraverso lo Stige delle elezioni europee ed amministrative di Giugno, fino al congresso.
Grande è la confusione adesso sotto il cielo del PD.
Attenti, tuttavia, a non pensare che la crisi drammatica in cui è caduta la più grande formazione politica dell’opposizione si risolva in una polizza assicurativa per la maggioranza e, tanto meno, un bene per il Paese.
Senza un’opposizione in grado di far valere le ragioni dell’altra Italia, la nostra democrazia sarebbe monca. Oggi è tempo di riflessione rigorosa in entrambi gli schieramenti, al fine di capire se e su quale strada ci si intende incamminare a partire dal voto per le europee, e, soprattutto, alla luce della difficilissima situazione economica e finanziaria che caratterizza questa crisi di sistema a livello planetario.
Con Berlusconi e Veltroni si era avviata una strategia politica per l’Italia all’insegna del bipolarismo, strategia largamente sostenuta dagli elettori nelle elezioni politiche dell’Aprile scorso. Se viene meno il PD, seppure restino intatte le ragioni della costruzione del Pdl, sezione italiana del PPE, il destino bipolare italiano dipenderà da cosa resterà del sogno veltroniano e da come ci si regolerà, in materia di nuova legge elettorale, pendente il referendum, sulla proposta Segni-Guzzetta.
Sono già partite le sirene del nuovo centro che si dovrebbe alleare con una nuova sinistra più o meno unita, con l’esclusione della sola improponibile IdV. Da tempo Rutelli e Casini cinguettano alla ricerca di amorosi sensi e il fedifrago Follini ipotizza già una versione italiana del partito Kadima, un grande centro che dovrebbe riunire, dopo una prevista implosione del PD, ex margheritini e UDC.
Proposta ragionevole, se si avessero in Parlamento i voti per una legge elettorale alla tedesca in grado di evitare il passaggio referendario. Ma quei voti dove andarli a trovare, considerato le trasversalità che su quel tema ci sono tra i diversi schieramenti in campo? A Todi al convegno di Liberal sono iniziate le manovre di avvicinamento, anche se il tema è rimasto sullo sfondo.
Questo, in realtà, è e rimane lo snodo politico fondamentale su cui eserciteremo, come da molti mesi stiamo facendo, il massimo di attenzione, poiché dipenderà da come le diverse forze politiche si orienteranno a favore o contro una nuova legge elettorale alternativa al porcellum e al referendum, che si saprà se l’idea di un’Italia bipolare era solo un sogno veltrusconiano che muore con l’implosione del PD, con il ritorno ad un pluripartitismo inevitabilmente oggi ancor più confuso ed incerto di quello della Prima Repubblica.
 

 

Don Chisciotte

 

radioformigoni, 23 febbraio 2009

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria