Dimensione del carattere 

Domenica 22 dicembre 2024

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

27/12/2008

Piano Strategico. Ma io che c'entro?

Valerio Malvezzi, segretario del Piano, spiega a cosa serve questo strumento e come può aiutarci a delineare l'Alessandria di domani

   

Piano Strategico. Ma io che c'entro?

Sì, va bene, ma alla fine, a che serve fare un piano strategico? E poi, a me, cosa importa? Quante persone mi hanno fatto queste domande, e quante volte l’ho fatta a me stesso. Si può rispondere in modo tecnico, e non farsi capire dai più, o si può rispondere in modo semplice, e tentare di essere chiari; proverò questa seconda strada, in modo diretto e senza retorica alcuna. Un piano strategico di un territorio è il piano di sviluppo nel lungo termine. Significa mettere nero su bianco le grandi scelte di sviluppo, dall’economia alla cultura, dalla sanità all’ambiente, dal sociale al no profit. E questo è il contenuto, che darà vita ai progetti di lungo termine e di ampio respiro. Ma è il metodo l’elemento innovativo: il contenuto non è imposto dalla parte politica o da una tecnocrazia, ma è dibattuto in modo trasparente, aperto e democratico in pubblici dibattiti. Si dice da parte del facile denigratore che è una scatola senza contenuto: certamente, perché il contenuto lo scriveranno le persone che siederanno ai tavoli di lavoro della città. Così hanno fatto, in Italia ed in Europa, molte altre città. Questo progetto verrà presentato a breve in un forum cui tutti i cittadini sono invitati a partecipare, per ascoltare, ma soprattutto per essere ascoltati e per ascoltarsi, e valutare se dare la propria personale adesione a gruppi di lavoro. E’ un primo processo di democrazia partecipativa, apolitico ed apartitico, di condivisione delle grandi scelte che condizioneranno il futuro della nostra città nei prossimi decenni. Non mi risulta che nulla del genere sia mai stato tentato nel passato nella nostra città, il che di per sé non è elemento di valore, ma almeno di novità. Se fosse stato fatto, molto tempo fa, forse oggi avremmo una idea precisa degli assi di sviluppo e delle scelte strategiche della città, mentre certamente sappiamo tutti cosa, nei decenni, abbiamo perduto. A questo punto il lettore ha due possibili approcci. Il primo è quello del disfattismo, dello scetticismo, del pessimismo che tipicamente pervade molti di noi alessandrini: ma sì - penserà questa categoria di persone - sarà la solita sceneggiata, il solito teatrino. Il secondo è quello di chi, nonostante le delusioni, la sfiducia per la congiuntura attuale, e magari le legittime preoccupazioni per il futuro, o forse anzi proprio per questo, non rinuncia al tentativo di costruire, prima di criticare. A questa seconda categoria di persone, giovani di mente, mi rivolgo. Di chi c’è bisogno? Di tutti coloro che hanno energie positive e credono ancora che sia possibile migliorare la realtà in cui si troveranno a vivere. Una realtà molto vicina, fatta di scuole, di ospedali, di posti di lavoro, di università, di cultura, di integrazione sociale, di disagio, di ambiente, insomma di tutti i problemi e le opportunità della vita quotidiana. Chiunque abbia una professionalità, una competenza, una conoscenza di settore o di una problematica, insomma ritenga di avere qualcosa da difendere e qualcosa da dare, o abbia anche solo la legittima curiosità di saperne qualcosa di più, è invitato a manifestare il suo interesse ad essere invitato al primo forum cittadino, semplicemente scrivendo o telefonando agli indirizzi nel riquadro in questa pagina.

In quella serata, la cui data non è ancora ad oggi definita, potrà ascoltare direttamente dai fondatori del progetto di cosa esattamente si tratti, potrà farsi una propria libera opinione, potrà partecipare ad un dibattito, fornire suggerimenti, proposte ed idee per lo sviluppo della città nel lungo termine, ed anche decidere se eventualmente lasciare la propria disponibilità, al termine dell’incontro, per chiedere di partecipare a futuri tavoli di lavoro sui temi strategici di proprio interesse o di propria competenza.

Ho scelto volutamente di non usare enfasi, né retorica, ma di descrivere semplicemente il nocciolo dell’idea, che consiste, alla fine, nel fermarsi a pensare e discutere, in modo rigoroso e tecnico, le scelte che condizioneranno, nel lungo termine, lo sviluppo della nostra città. Al di là degli schieramenti e dei giochi politici, che spesso durano lo spazio di un mattino, dei formalismi, dei campanilismi sterili e dei miopi interessi di parte. Per provare ad alzare un po’ il piano della discussione e spostarlo in una dimensione temporale in cui alcuni, se non molti, siano interessati a dare un proprio contributo, perché quella opinione tecnica, se condivisa, diventi il patrimonio collettivo. Cioè diventi, come è successo per altre città europee – ecco perché dovrebbe interessarci – il piano strategico di lungo termine della nostra città.
 

 

Valerio Malvezzi

Segretario di Piano

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria