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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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19/10/2008

Conservatori e riformisti

Sono forse progressisti coloro che vanno in piazza per garantire lo status quo? Gli interessi corporativi prevalgono e il PD non si occupa dei cittadini e dei servizi che loro vengono resi

   

Conservatori e riformisti

La settimana scorsa a Milano ho avuto l’occasione di incrociare la manifestazione degli ospedalieri che sfilavano per la città reclamando il rinnovo del contratto.
Sacrosanto diritto dei lavoratori. Il tutto accompagnato dal solito rito dei fischietti e dei tamburi in un corteo multiforme caratterizzato da centinaia di bandiere rosse.
Stonavano solo alcuni cori ritmati da delle erinni scatenate, più che infermiere a passeggio, tuonanti contro il governo accusato di essere formato da “delinquenti”.
In questi giorni, ancora, tra sigle dei Cobas dei trasporti e sindacati della scuola che allenano alla protesta anche gli scolari delle elementari, è tutto un agitarsi contro il ministro dei trasporti e la Gelmini, accusati delle più assurde infamie.
Il tutto in attesa di quella grande manifestazione annunciata dal PD per “salvare l’Italia”.
Insomma la cosiddetta “Italia progressista” ancora una volta s’è desta, salvo che lo scenario politico-culturale ed economico sociale del Paese è oggi diverso da quello probabilmente ipotizzato dai tristi superstiti del ’68 di cui si celebra quest’anno il quarantennio.
Sorge spontanea una domanda: in questo contesto chi sono i conservatori e chi i progressisti riformatori?
In una situazione finanziaria internazionale drammatica e con un Paese, l’Italia, a tasso di crescita zero se non negativo, pensare di abbandonarsi alla protesta di piazza per recuperare consensi e spingere alla soluzione dei problemi è demagogia infantile degna del solito Tonino di Montenero di Bisaccia e delle frange più estreme di una sinistra massimalista senza più testa.
Nelle contestazioni sindacali di questi giorni è sempre assente quella che è o dovrebbe essere la finalità di ogni politica rivolta al bene comune: l’interesse del cittadino e la qualità dei servizi che lo Stato offre allo stesso.
Prevalgono interessi e logiche meramente corporative ed autoreferenziali che rischiano di essere sempre meno comprese dalla stragrande maggioranza degli italiani che, infatti, continuano ad esprimere un forte consenso ed un alto gradimento alle politiche del governo.
Tra i cobas e i sindacati che espongono nelle bacheche delle elementari raffigurazioni di casse funebri con l’effige della ministra Gelmini e per somma capacità educativa portano a sfilare i bambini di età scolare, e le necessarie cure indicate dal governo per migliorare, per intanto, l’efficienza ed efficacia della scuola elementare, l’Italia non può che schierarsi dalla parte del governo.
E così è e sarà per i provvedimenti già assunti e che sta per assumere nel settore della riforma della Pubblica amministrazione dove, con un solo decreto, il ministro Brunetta ha miracolosamente fatto guarire il 45 % dei dipendenti pubblici dalla cagionevole salute quotidiana.
Ne abbiamo parlato ieri con il ministro veneziano in un convegno sul riformismo cattolico e socialista, impegnati nella costruzione del Partito del Popolo della Libertà.
Abbiamo concluso che i riformisti quelli veri, eredi del migliore centro-sinistra degli anni ’60 e 70 e sino a quelli travagliati dopo la morte di Aldo Moro, sono quelli rappresentati nel terzo governo Berlusconi che nelle sue politiche ha dimostrato di porre al centro della propria attenzione soprattutto il bene del cittadino e la qualità dei servizi che vanno ad esso garantiti. In poche parole l’esigenza di quella “riforma minima” di turatiana memoria di cui il Paese ha un’estrema necessità.
Noi che ci consideriamo seppur indegnamente eredi del riformismo democratico cristiano dei Miglioli, Grandi, Pastore, La Pira, Vanoni, Saraceno, Fanfani e Donat Cattin ci sentiamo orgogliosi di condurre con gli eredi dei Turati, Nenni, Craxi, Brodolini e Labor, una battaglia comune per far nascere il nuovo Partito del popolo della libertà, sezione italiana del Partito Popolare Europeo.

don Chisciotte

radioformigoni, 20 ottobre 2008

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria