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Domenica 12 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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19/01/2013

La Corte dei Conti conferma: nessuno ha rubato nulla!

La multa è la conseguenza per aver trattenuto le risorse ad Alessandria e averle spese nel 2011 anziché nel 2012. E di questo non mi pento, perché ho anteposto Alessandria al mio destino personale

   

La Corte dei Conti conferma: nessuno ha rubato nulla!

“Più volte su questa pagina è stata invocata giustizia per il modo irresponsabile con cui chi mi ha preceduto ha governato la città; in molti avete chiesto a gran voce che i diretti interessati risarcissero i danni causati. Oggi una prima risposta è arrivata: l'ex sindaco Piercarlo Fabbio, l'ex assessore al bilancio Luciano Vandone e l'ex ragioniere capo Carlo Alberto Ravazzano sono stati condannati a pagare” (Rita Rossa su Facebook)
Non male come moderazione e cautela da parte di un sindaco ormai 93esimo nella graduatoria dei 100 sindaci dei capiluogo italiani, ma soprattutto quello che non fa onore al Sindaco in carica è vivere di mezzucci (o mascalzonate) come non raccontare la verità, ammesso che la conosca, almeno come ha dimostrato di non conoscere tante altre cose, ma comunque di parlarne a vanvera.
Allora proviamo a raccontarla a chi ha “invocato giustizia”.

 

 

La Corte chiede
 

Cosa chiede la Corte dei Conti? Soldi rubati da Fabbio e C.? No, perché i soldi degli alessandrini non sono mai stati toccati, ma, invece, amministrati con la dovuta parsimonia. La Corte chiede 7,5 milioni di euro a 32 amministratori pubblici (in parti diverse), perché, secondo la sua interpretazione la “multa” per lo sforamento del patto di stabilità 2010 avrebbe dovuto essere pagata nel 2011 e non, come è stato, nel 2012.
Una prima cosa è che nonostante le insinuazioni che mi sono state rivolte da più parti per il mio operato da amministratore della città, oggi tutti hanno avuto con la sentenza della Corte dei Conti conferma che quello che ho sempre sostenuto corrisponde al vero e cioè che mai neanche un euro è stato rubato da me, dalla mia giunta e dal Consiglio Comunale. La Corte, infatti, ci ha condannati a pagare una multa di sette milioni e mezzo per aver speso con alcuni mesi di anticipo somme che il Comune di Alessandria, pur avendole, non avrebbe potuto utilizzare. Ho preferito prima di tutto garantire gli stipendi e i servizi alla mia città.
Una seconda è che la “multa” è già stata pagata. Perché nel 2012? Perché esiste una norma del novembre 2011 che consente di farlo.
Poteva essere applicata? Qui è l’oggetto del contendere. E allora?

 

 

Si poteva fare diversamente?
 

Vediamo intanto se il Comune avrebbe potuto pagare nel 2011. La certificazione del patto avviene entro il 31 marzo dell’anno seguente (se è dunque 2010 l’anno di riferimento, la certificazione avviene entro il 31 marzo 2011). Già questo fa pensare che nei primi tre mesi dell’anno non avrebbe potuto essere pagata. Ma andiamo avanti: è il Ministero dell’economia con apposito decreto a definire l’elenco dei Comuni che hanno sforato il patto. E ciò normalmente avviene tra Ottobre e Novembre (in questo caso 2011). Si potevano pagare sanzioni così complicate nel 2011? Io penso di no, ma così ritiene anche la sezione di controllo della Corte dei Conti che nella sua pronuncia del novembre 2011 (confermata nel gennaio/febbraio 2012) ci indica che la “multa” va pagata nel 2012.

 

 

Le sanzioni
 

In cosa consiste la multa? Decurtazione del 30% dell’indennità di carica degli Amministratori; impossibilità di effettuare nuove assunzioni; impossibilità ad accendere mutui per investimenti; impossibilità di spendere di più di quanto si è speso in media negli ultimi tre anni.
Si capisce meglio dunque perché il legislatore abbia deciso di redigere una norma che consentiva il pagamento nell’anno seguente a quello della rilevazione. Di fatto due anni dopo lo sforamento.
Ma vediamo perché la multa diventerebbe danno e soprattutto cosa riguarda. Lo ribadisco, non soldi distratti o che hanno preso la direzione delle tasche degli amministratori, ma risorse spese per garantire servizi:
a) Mutui non ne sono stati accesi nel corso del 2011, e quelli stipulati verso la fine del 2010 servono, tra l’altro, al finanziamento di parte del Ponte Meier, nel rispetto dell’accordo di programma sottoscritto con Protezione Civile, Regione, Provincia, AIPO, Autorità di Bacino;
b) Spese per circa 10 milioni in più (regolarmente in competenza per spese istituzionali, ad esempio il personale o il pagamento dei servizi alle partecipate: non sono contestate spese voluttuarie, né quelle di rappresentanza, peraltro entrambi vicine allo zero) rispetto alla media triennale della spesa 2008, 2009, 2010, che comprende, fra gli altri (ma l’elenco completo è disponibile) oltre 620.000 euro per 15 dipendenti a tempo determinato (personale educativo scolastico), per 23 dipendenti a tempo determinato (personale educativo asili nido), per 2 dipendenti a tempo determinato (personale educativo servizio extrascuola) più alcune sostituzioni o rientri da mobilità;
c) Per quanto riguarda la mancata (nel 2011, ma avvenuta nel 2012) riduzione del 30% della indennità di funzione ci siamo sempre dichiarati disposti alla completa restituzione degli emolumenti rispettivamente ricevuti (circa 200.000 euro per 32 amministratori), che comunque non avremmo più dovuto decurtare nel 2012;
Peraltro l’attuale amministrazione ha dovuto riassumere il personale scolastico di cui parlo al punto b) mettendo in atto un’azione illegale come la istituzione di una nuova azienda “Costruire Insieme” rischiando di spendere di più e di mettere in pericolo la sicurezza del posto del personale a tempo indeterminato dipendente dal Comune.

 

 

Quali danni al Comune?
 

Quindi quali sarebbero i danni apportati al Comune o addirittura ai cittadini che “chiedono giustizia” secondo le parole che abbiamo letto? Nessuno, anzi! Il problema della Corte è se il Comune di Alessandria – non Fabbio e C. – abbia avuto un ingiusto vantaggio ai danni dello Stato, che casomai ha avuto con qualche mese di ritardo gli importi. Uno Stato che non viene certo perseguito da chicchessia se per mesi e mesi non versa i trasferimenti dovuti al Comune.

 

 

Mai rubato un euro!
 

Questa la vicenda nelle sue principali caratteristiche. Cose che penso siano conosciute dall’attuale Sindaco, come non può essere sfuggita una frase del Procuratore della Corte dei Conti laddove dichiara che “le maggiori spese sostenute dal Comune di Alessandria nel 2011 in violazione dei divieti del Patto (ma ricordo solo spostate al 2012 per legge) non corrispondono ad un arricchimento personale degli Amministratori che le hanno consentite, ma si riferiscono ad attività istituzionali” del Comune.
Rimane quindi aperta la questione: si poteva spostare il pagamento della multa al 2012 senza procurare danno erariale? Qualche risposta potremmo incominciare ad averla dalla lettura delle motivazioni della sentenza, ma già sappiamo che il problema non è ancora stato risolto. Ed in più occorrerà valutare l’ennesima diminuzione dell’importo della multa: da 40 milioni di euro, a 11 ed ora a 7,5.
Oggi per me è stato un giorno veramente importante perché finalmente la Corte dei Conti ha chiarito in maniera chiara e trasparente che non ho mai sottratto un euro ai miei concittadini, anche se ritengo sia sbagliato che ci venga imputato il pagamento di una multa di 7 milioni e mezzo di euro (ed è per questo che faremo appello), ma non mi pento e mai mi pentirò di aver messo Alessandria davanti a tutto, anche a me stesso.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria