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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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10/10/2009

Alessandria lancia la sfida: la nazione italiana è nata qui!

Al 64esimo Congresso Internazionale del Risorgimento, organizzato da Carla Moruzzi Bolloli e dall'Istituto Nazionale, il sindaco parla di quando sventolò il tricolore per la prima volta in Italia sul pennone della Cittadella. Era il 1821. Ecco il suo intervento e la sua provocazione all'alba di Italia 150

   

Alessandria lancia la sfida: la nazione italiana è nata qui!

Intervento Convegno Risorgimento
Palazzo Monferrato 8 ottobre 2009

 

Siamo onorati, come città di potere ospitare il 64° Congresso Internazionale sul Risorgimento, anche perché abbiamo qualche ambizione e ieri, in occasione dell’apertura del convegno, le abbiamo messe in mostra.
Perché nutriamo qualche presunzione, qualche aspirazione o qualche ambizione?
Riteniamo, all’alba del 150° anniversario dell’unità d’Italia, di essere tra i padri fondatori di questa Nazione, sempre un po’ collaterali, magari, tanto minimalisti da non pubblicizzarci come tali.
Prima i moti del 1821 con Santorre di Santarosa (ma anche con tanti concittadini tra cui Giovanni Dossena per questo morto in esilio a Barcellona), poi la bandiera tricolore che sventola sulla Cittadella. Non è cosa di poco conto che un gruppo di rivoluzionari, in questa città, tentassero di muovere le masse per potere chiedere la Costituzione. Si spinsero talmente avanti che chiesero anche la Repubblica, ma era oggettivamente difficile chiedere la repubblica ad una monarchia. Eppure in allora si tentò anche di far sollevare la folla.
C’è un rapporto di un maresciallo della guardia dell’epoca che racconta come la gente in piazza rumoreggiasse chiedendo la "costipazione". Nonostante tutto quelle azioni avevano ancora un carattere elitario.
Certamente questo nostro sentirci un poco padri fondatori della nostra patria, volerci far riconoscere come tali, è molto di più che, per esempio, fare parte di un circuito delle città che per caso detengono residenze sabaude.
Mi pare che questa sfida possa essere raccolta dai vostri lavori, perché finalmente sento Alessandria come pronta ad auto-riconoscersi questa responsabilità in un momento, in cui, magari politicamente, l’unità d’Italia non è nemmeno un gran vanto. Invece noi riteniamo di poterci gloriare di aver lavorato per l’unità d’Italia e pensiamo anche ai nostri uomini alessandrini, Andrea Vochieri su tutti, che hanno anche perso la vita per costruire l’idea di Nazione.
Mi piacerebbe veramente, lo ribadisco, che accettaste questa sfida, che farebbe il paio con quella che abbiamo assunto noi accollandoci la custodia di una fortezza del ‘700, che è stata teatro del Risorgimento Italiano, nel contempo accettando la responsabilità di fronte all’umanità, di tutelare un patrimonio universale.
Alessandria è una città in cui la storia è fluita per effetto di luoghi che sono deputati allo sgorgare della storia, così com’è la Cittadella.
La Cittadella viene costruita in questa città, perché Alessandria è vista dai Savoia come un elemento di difesa del regno incipiente e la città, oggi, assume l’onere di custodire la fortezza come fosse una parte di se stessa. Devo ammettere che abbiamo fatto ulteriori passi di coraggio scriteriato: abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio di venderci la Cittadella per un euro.
La risorsa struttura presuppone però una risorsa storica. Non ci può essere una struttura che non parla e che non trasuda memoria dalle propria mura. Non ci può essere una struttura così importante che non sia una premessa essenziale ad uno studio efficace, effettivo e approfondito della storia di quel periodo. C’è la storia della struttura, delle grandi questioni, c’è anche però la storia sociale e degli usi e costumi: collegare queste storie in una visione che può dare alla Cittadella una dimensione di reale luogo di nascita di una nazione, mi pare sia possibile.
Sono venuto qui per porgervi una sfida e ritengo che siate assolutamente in grado di esaudirla. Insieme a questa i ringraziamenti gli auguri di buon lavoro a tutti coloro che hanno creduto a questa città come luogo per lo studio della storia del Risorgimento a livello mondiale.
Un grande onore ci hanno fatto gli studiosi che hanno deciso di partecipare a questo congresso; un grande onore ci ha fatto l’Istituto per la Storia del Risorgimento nell’allocare in questa città i propri studi; un grande onore ci sarà fatto se questi studi potranno essere pubblicati, non solo come semplici atti di un convegno, ma come premessa di una storia più organica, più scritta e anche più divulgata ,che serva, prima di tutto a questa, città ad avere un’alta considerazione di se stessa.

 

 

Piercarlo Fabbio

sindaco di Alessandria




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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria