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Lunedì 13 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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20/07/2008

Efficienza, merito e valutazioni nei Comuni

L'intervento di Piercarlo Fabbio al Convegno Nazionale dell'ANCI sul tema. Le conclusioni sono state affidate al Ministro Renato Brunetta. Le foto di Albino Neri

   

Efficienza, merito e valutazioni nei Comuni

Intervento del Sindaco Piercarlo Fabbio al convegno “Efficienza, merito e valutazione nei comuni”

 

Il Comune di Alessandria ha circa 840 dipendenti, ma abbiamo anche 40 partecipate che ne occupano altri 800. Così dopo 4-5 mesi che ero sindaco, in Giunta mi sono rivolto ai miei Assessori dicendo: “io non sento il lavoro di 840 persone”. Un assessore molto perspicace mi ha risposto:“lei Signor Sindaco ha un ottimo udito”…, Se mi è consentita una battuta, 840 persone funzionano più o meno in questa maniera: 400 creano problemi, ad altre 400 che li risolvono o che tentano di risolverli, 40, finalmente, sono sintonizzati sugli indirizzi dell'Amministrazione.
Queste mi paiono le percentuali possibili. In realtà ci troviamo a gestire ambienti molto politicizzati, dove sostanzialmente il reclutamento del personale è avvenuto negli anni passati con meccanismi che è inutile vi stia a raccontare: ci sono tutele, contro-tutele, condivisioni di politiche poco accentuate. Insomma un’organizzazione sì funzionale, ma abituata ad inserire elementi di dialettica democratica in ogni azione, in ogni comportamento. Così è sicuramente più difficile per noi operare in termini di condivisione di orientamenti e di indirizzi.
Non per questo non si mettono in pratica le decisioni per garantire il maggior grado di efficienza ed efficacia alla Pubblica Amministrazione.
Io penso che sia molto utile continuare con grande pazienza a comunicare ai dipendenti quali siano gli obiettivi dell'Amministrazione, ammesso e non concesso che serva questa pazienza, ammesso e non concesso che questi appaino cosi netti e chiari, ammesso e non concesso che si abbia la forza di soprassedere, rispetto alle manchevolezze, per riuscire a ottenere risultati sempre migliori.
Allora, prima questione: la semplificazione. Non solo semplificazione delle procedure, se ne è parlato moltissimo, non è questo probabilmente il problema di stamane, ma soprattutto semplificazione delle strutture. Diceva prima Perugini (il sindaco di Cosenza, ndr) “ho rifatto la macrostruttura”, anche io ho rifatto la macrostruttura intervenendo direttamente a semplificarla: meno dirigenti, meno aree, meno servizi.
A fronte, quindi, di una realtà che è sempre più complessa, si risponde con una semplificazione della struttura che deve offrire servizi a detta realtà. Intanto perché nel corso del tempo i dirigenti sono diventati una casta con un certo potere. Vent’anni fa, quando io ho iniziato a fare il consigliere comunale, un dirigente era un succedaneo dell'assessore o poco di più, era poco più di un funzionario: di tali figure si poteva anche abbondare… e lo si è regolarmente fatto. Oggi sia dal punto di vista economico, sia da quello amministrativo, nel contesto della esclusività delle competenze che il nostro sistema detta, il dirigente ha un’autonomia molto accentuata. Peccato che in realtà è il sindaco quello che dopo 5 anni ritorna dai cittadini a porsi in gioco e tutto deve essere raccordato fra gli indirizzi che la politica offre e la gestione che i dirigenti fanno.
Mi è sembrato, per esempio, che per moltissime decisioni che la Giunta prende, se il dirigente non è d'accordo, il provvedimento non trovi una sua operatività.
Vi faccio un esempio: il 9 di gennaio di quest'anno, la Giunta ha deciso di installare una ventina di telecamere. È la prima volta che vengono istallate telecamere nella nostra città per motivi connessi alla sicurezza, un tema che sta particolarmente a cuore ai cittadini. Siamo arrivati alla data di oggi che nessuna di quelle telecamere è stata ancora installata, eppure non è un'installazione particolarmente complicata dal punto di vista tecnico. In realtà prima il dirigente non era d'accordo, poi ha trovato un motivo di contrasto con un altro dirigente, poi ha individuato un motivo di tensione con il dirigente della contrattualistica... e la storia diventa infinita. Mi pare si sia costruito un sistema per cui la decisione della politica non sempre porta ad una conseguente realizzazione da parte della struttura.
Questo è un problema, e non significa che io chieda chissà quale potere da affidare alla politica, ma certamente qualche procedura, che obblighi i dirigenti ad attuare le politiche che gli amministratori sviluppano, con un poco di più di cogenza rispetto alle attuali. Anche perchè non penso che si possa andare avanti dicendo: “ti sollevo dall'incarico, ti metto a disposizione”. Mi pare un metodo troppo primitivo.
Sono convinto che debba esserci all'interno della pubblica amministrazione un basso livello di turbolenza, perchè nel momento in cui la aumentiamo, nel momento in cui aumentiamo la sanzione ad personam nei confronti di dirigenti che reiteratamente non affrontano le questioni, ho il timore che si inneschi un ulteriore spreco e non l’efficienza che vorremmo.
Cito un esempio. Il “Sole 24 Ore” pubblicava ieri una tabella sull’indebitamento di ogni Comune capoluogo. Ma come dobbiamo leggere quella tabella? Chi è più virtuoso: Torino che è il comune più indebitato o Caltanissetta che è il comune meno indebitato? C'è anche questa difficoltà: ci dobbiamo rendere conto che un Comune si indebita per dare servizi, per fare investimenti, per ottenere delle risultanze. Non sempre la lettura è facile.
La riduzione dei Dirigenti – come prima vi rammentavo – è stata effettuata e sta continuando. A che risultati ha portato? Una maggiore responsabilità ed una migliore capacità dei dirigenti di sovrintendere a servizi più complessi, ma raggruppati in modo più omogeneo.
Altra questione: il sistema premiante, la meritocrazia. È proprio di questi giorni il tentativo di chiudere con i sindacati una contrattazione sul premio di produzione. Non è accettata dal sindacato la connessione fra risultati economici dell'ente e premio di produzione. Il premio di produzione è una parte variabile del salario, che deve sempre aumentare e che deve incrementarsi ogni anno. Il nostro Comune ha chiuso il 2007 con un disavanzo di 5,6 milioni di euro e ovviamente, sul 2007, io, ingenuo, pensavo che l'ultima delle cose possibili fosse quella di riconoscere un premio di produzione.
Invece il premio di produzione sarebbe da aumentare rispetto al 2006, perchè comunque la dinamica è a crescere sulla serie storica.
Allora prima di tutto il premio di produzione non compensa l'inflazione, saranno i contratti, sarà lo stipendio base che tenderà a compensare l'inflazione del Paese, non certamente le parti variabili connesse al raggiungimento di obiettivi.
Io sto un po' meglio di Cosenza in termini di valutazione interna degli obiettivi: è dal 1999 che attiviamo sistemi di controllo di gestione e di soddisfazione da parte dell’utenza. Sono considerazioni che i cittadini fanno nei confronti dei nostri servizi: la stella della qualità, oppure la customer’s satisfaction. I nostri concittadini ci dicono, tanto per fare un esempio, che i nostri asili nido sono molto piacevoli in termini di relazioni interpersonali, di logistica, di servizi. Magari sono meno efficienti sull'organizzazione e sull'attività didattica. Mentre le scuole materne sono bravissime sull'attività didattica, sono un po' meno buone sulle relazioni interpersonali, sono ancora meno buone - ma sempre con voti superiori alla sufficienza - su logistica e servizi e migliorano ancora sull'organizzazione. La cosa bella è sui “centri estivi”, perchè noi siamo percepiti come molto più affidabili e cortesi rispetto agli operatori di mercato. È una cosa che potrà apparirvi strana, ma se è così, significa che è possibile raggiungere standard qualitativi elevati anche nella Pubblica Amministrazione.
Questi sono almeno alcuni sistemi per leggere la qualità o il livello di efficienza di servizi e il benchmarking con i servizi di città come le nostre è un altro strumento interessante. Alessandria si confronta con Cuneo, Asti, Novara, Como, Pavia, Pavese, Verbania, Varese… città più o meno come la nostra e che hanno servizi simili.
Questo ci aiuta a capire, nel corso del tempo, se riusciamo a migliorare o a peggiorare rispetto alle altre città
La posizione statica dei sindacati, quindi, non aiuta questi processi e ritengo che l’esternalizzazione della valutazione di cui parlava prima Angelo Rughetti sia una cosa seria.
In effetti sia sulla customer’s satisfaction, sia sulla stella della qualità, sia sulle schede di valutazione per il raggiungimento degli obiettivi, abbiamo troppo filtro da parte della struttura interna.
Per esempio, chi fa la scheda del raggiungimento degli obiettivi? Il dirigente? Ogni tre mesi diciamo a che punto sei arrivato? Dopo tre mesi è arrivato al 30%, poi dopo 6 mesi è arrivato al 50%, dopo 9 mesi al 75 – 80% e ovviamente dopo 12 mesi è arrivato al 100%. L'avremmo potuto scrivere ancora prima di farcelo mettere giù con queste schede.
Se la valutazione viene affidata all'esterno, probabilmente avremo qualche garanzia di maggiore equilibrio valutativo.
Se è poi il dirigente a valutare se stesso, è chiaro ciò che ne consegue.
Un ultima questione, è di quest'anno. Essendo la nostra un'amministrazione giovane (ha solo un anno) ha parecchie idee, e le ha buttate giù tutte sul tappeto. Incredibilmente a giugno ci siamo trovati con i dirigenti che dicevano, abbiamo troppi obiettivi, abbiamo pochi soldi. Per la prima volta nella nostra storia abbiamo dovuto abbattere gli obiettivi, per farli collimare con le risorse sostanzialmente diminuite. È chiaro che però facendo cosi si prende una dinamica e un ritmo lento, tipico del passato o della tradizione. Ciò non segue quello che è il nostro tentativo di innovazione, di cambiamento, di mutamento del particolare approccio della pubblica amministrazione nei confronti della città.
Per finire, ritengo che sulla questione della meritocrazia e della valutazione sia necessario fare ancora tanta strada e che insieme a noi però la strada la debbano fare anche i dipendenti e i dirigenti. Sarebbe simile ad una locomotiva che viaggia senza vagoni o con i vagoni frenati, una politica molto avanti, tanto da non essere seguita. Il sistema deve agire in modo armonico. Solo in tale maniera si raggiungeranno i tanto sperati risultati di efficienza e di tagli agli sprechi.

Piercarlo Fabbio

Roma – via dei Prefetti 46 – 8 luglio 2008


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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria