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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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20/02/2009

Alla CISL Fabbio consegna la notizia del primo pacchetto anticrisi

Intervento integrale del Sindaco al congresso della Funzione Pubblica della CISL di Alessandria. Galleria fotografica

   

Alla CISL Fabbio consegna la notizia del primo pacchetto anticrisi

Ringrazio Ugo Milano, grazie a voi, grazie ad Alessio Ferraris e ad agli altri dirigenti per l’invito e per la possibilità che mi date di esprimere alcune considerazioni.Probabilmente una serie di queste attengono direttamente alle vostre attenzioni; altre sono più connesse alla congiuntura economica estremamente sfavorevole.
Questa mattina mi sono “beccato” sui giornali l’accusa di essere colui che non ha consapevolezza della crisi. Io invece ho consapevolezza della crisi ma, come tantissimi altri economisti, tantissimi altri osservatori non so che tipi di sviluppi potrà avere. Oggi configurare una risposta sistemica, in termini di risultanze, equivarrebbe a condurre un’operazione di tipo scolastico.
Tenderemo a rispondere, per un certo periodo, con azioni che potrebbero essere lette, come episodiche, ma saranno, comunque, efficaci a rispondere alla crisi.
C’è una parte del ragionamento che intendo farvi, che vi interessa più da vicino.
Quando noi siamo arrivati a governare il Comune di Alessandria avevamo chiara una cosa, che potremmo parafrasare come “l’insostenibile pesantezza dell’essere dei Comuni”. Negli ultimi anni, infatti, avevamo registrato un appesantimento, una sorta di “irizzazione”, come la chiamo io, dei Comuni, e degli Enti Locali in genere soprattutto rispetto al mercato.
C’era un allargamento amebico da parte dei Comuni nel mercato e una sorta di appropriazione, all’interno di questo mercato, di funzioni che il privato avrebbe potuto tranquillamente garantire da solo, ma che costantemente venivano aggregate ai comuni stessi. Un anno e mezzo fa vi era, però, una situazione economica favorevole, al punto da poter tranquillamente ragionare in termini di rialleggerimento delle macchine municipali, sostanzialmente un ritorno al mercato di alcune funzioni che erano, impropriamente, state allocate ai comuni stessi.
Arriva però la crisi. È una crisi di origine finanziaria, si riverbera, e lo state vedendo in queste ore, direttamente sull’economia reale e ritorna in auge la necessità di un intervento pubblico all’interno dell’economia. Quanto questo intervento pubblico possa essere gestito, possa essere mosso, possa essere utilizzato da Comuni, come, per esempio, quello di Alessandria e non dall’intero panorama dei Comuni italiani, è altra questione perché attiene alla capacità che ognuno di noi ha di leggere la realtà, di rispondere a questa realtà e di avere risorse da stornare per poter andare in aiuto al mercato.
Ecco che, quindi, da un tentativo di alleggerimento tout court si è passati, si è transitati attraverso il recupero della funzione dei Comuni, pur in un clima ed in un’atmosfera ove i comuni non dovevano appesantire la loro presenza, ma dovevano, nell’alleggerirla, tentare di aiutare il mercato a non dover recedere troppo rispetto alle posizioni di sviluppo e di crescita fino ad allora raggiunte.
Quali, dunque, le scelte?
Innanzitutto, il progressivo ritiro dal capitale nei servizi tradizionalmente esternalizzati, con una doppia linea di uscita: servizi indicati come strategici (i rifiuti piuttosto che il gas e l’acqua, piuttosto che i trasporti, tanto per citarne alcuni) da rilasciare solamente in parte minoritaria al mercato, e servizi, invece, non indicati come strategici, da rilasciare in parte maggioritaria al mercato mantenendo quote di controllo nelle società. È capitato nella gestione delle farmacie comunali (l’80% al privato) e capiterà, probabilmente, per le mense comunali - per l’Aristor -, capiterà per altre aziende che sono, peraltro, codificate in una Delibera del Consiglio Comunale di Alessandria che appunto le indica.
Contestualmente a questo, una rimodulazione delle funzioni interne all’Ente. E, anche qui, abbiamo differenze, perché vi sono servizi espandibili e vendibili all’esterno. Anche questo è già capitato: il SIT - Servizio Informatico Territoriale - e il Servizio Giovani, esternalizzati, sono funzioni che possono essere vendibili anche al di fuori del Comune di Alessandria perché, nel tempo, hanno acquisito professionalità, capacità e potenzialità operative, che possono generare ulteriore reddito per il Comune e per le sue partecipate.
Vi sono servizi di istituto, che non possiamo altro che trattenere e potenziare e aiutare a essere razionalizzati all’interno dell’ente.
Vi sono quindi servizi ad alta specializzazione che stiamo cercando di pensare di accorpare in aziende esterne senza, però, esternalizzazione di capitale: 100% capitale pubblico e servizi in house providing. Praticamente un ufficio del Comune con struttura giuridica autonoma.
È la storia dei tributi di cui discuteremo in questi giorni anche con le rappresentanze sindacali unitarie aziendali, e sui quali vogliamo svolgere alcune valutazioni, intanto per farci aiutare e per riscontrare se questo nostro ragionamento può essere praticabile oppure no.
Ancora all’interno abbiamo affrontato un progressivo accorpamento di funzioni sotto poche direzioni.
Il Comune di Alessandria era caratterizzato nel passato da molte direzioni: noi le abbiamo, sostanzialmente, sintetizzate, ristrette e ora, senza fare rivoluzioni ma, sfruttando il fatto che molti dirigenti sono arrivati all’età per la pensione, sopprimiamo quelle direzioni, accorpiamo le loro funzioni sotto altre direzioni, semplifichiamo la struttura, riduciamo, per quanto ci è possibile, con un risparmio intorno ai 2 milioni di euro all’anno a regime la spesa del personale, peraltro sempre in aumento per effetto delle dinamiche contrattuali.
Le proporzioni sono queste: abbiamo circa 35 milioni di euro spesa di personale all’anno per un Comune che ha entrate per 83-84 milioni di euro. Questa, più o meno, l’incidenza. È alta, è bassa? I Comuni sono organizzazioni orientate alla persona, non sono organizzazioni orientate alle macchine e, quindi, le persone incidono molto di più di quanto incidano in un’azienda che produca manufatti.
Per questo, tutto sommato, porsi il problema di quanto incida il personale sull’intero fatturato è interessante ma, sostanzialmente, residuale, se quella struttura rimane orientata alla persona, alle relazioni, ai rapporti con i cittadini.
Questo è il quadro che noi abbiamo preparato e che, pian piano, giorno dopo giorno, cerchiamo di attivare e di concretizzare.
In questi giorni, però, si sono verificate delle condizioni di crisi che, probabilmente, solo 15 giorni fa, non ci passavano neppure per l’anticamera del cervello.
Anche il Comune non è che possa fare molto di più di quello che già sta facendo: 3,5 milioni di euro all’anno vanno direttamente al CISSACA, per trasformarsi in interventi socio-assistenziali.
Questa mattina abbiamo pensato in Giunta che a problema si risponde con azione: perché è vero che noi non possiamo intervenire decisamente sulle politiche del reddito, ma è altrettanto vero che possiamo intervenire sulle politiche della spesa per servizi. E allora, ecco a disposizione risorse.
Una delle cose sulle quali possiamo intervenire immediatamente, perché la legge ce lo consente, perché è una facoltà discrezionale di ogni Amministrazione è l’applicazione dell’ISEE istantanea.
Voi sapete come funziona l’ISEE? Gli uffici vanno a vedere il reddito dell’anno precedente: voi perdete il lavoro oggi, non avete ammortizzatori sociali perché siete, magari, soci di una cooperativa e non lavoratori dipendenti con cassa integrazione, quindi, non intervengono altri ad aiutarvi e, praticamente, siete in condizione di non poter garantire alla vostra famiglia più i servizi che acquistavate fino a poco tempo fa. È vero, non sono grandi numeri, andiamo a centinaia di persone, per fortuna, in questo momento, ma è capitata una tensione del genere alla Solvay Solexis proprio in queste ore.
Benissimo, per quei lavoratori, noi mettiamo in campo l’ISEE istantanea per i servizi che noi offriamo: i ticket sanitari su diagnostica, gli asili nido, le scuole materne, i buoni mensa e l’Estate Ragazzi.
Detta così probabilmente non si riesce a quantificare: ve la vorrei precisare per segmenti di 100 persone.
La retta di un asilo nido vale minori entrate per 190.000 euro all’anno. 20.000 euro sono le rette annue per l’extrascuola, 60.000 euro per la refezione scolastica. Vuol dire che incominciamo a rasentare i 300.000 euro.
In più, c’è il ticket per la diagnostica: oggi ne usufruiscono 4.100 concittadini. L’esborso annuo è intorno ai 70.000 euro. Vuol dire che ogni 100 persone che riaggreghiamo anche a questa funzione, cioè concittadini che non paghino le lastre piuttosto che altri esami, sono altri 2.000 euro ogni anno.
Siamo intorno ai 300.000 euro. Abbiamo dato indirizzo agli uffici di perseguire questi obiettivi mettendo a disposizione queste cifre.
In più c’è qualche cosa che volevamo fare a favore di coloro che erano già possessori della social card, quindi individuati dallo Stato, non da noi, come indigenti o in difficoltà economiche (non indicate, con questa tessera, una categoria dell’essere persona in questa nostra società).
Noi sappiamo che coloro che potrebbero usufruire delle social card saranno tra le 600-700 unità. Potremo ricaricare le social card con un’integrazione di 250 euro all’anno. Poca cosa, forse, ma che può aiutare. Finanziamo complessivamente circa 150.000 euro di spesa aggiuntiva.
Stiamo intorno a un plafond di interventi tra i 450.000 e i 500.000 euro che ci paiono una risposta immediata ad alcune condizioni che erano difficilmente preordinabili e, nel contempo, abbastanza efficace.
Combattiamo tutti i giorni cercando di togliere risorse dalle nostre spese quotidiane, dai nostri sprechi, da quelle che sono le nostre irrazionalità nella spesa.
A volte bastano alcune stupidaggini: ad esempio non abbiamo più stampato la rassegna stampa. Abbiamo fatto due conti, l’abbiamo trasformata in un prodotto digitale e abbiamo visto che, alla fine dell’anno, risparmieremo 35.000 - 40.000 euro solo tra carta, inchiostri e fotocopie, rilegature. Anche qui, attraverso la razionalizzazione di alcuni processi, pur senza rinunciare a quei servizi, si riesce, in qualche modo, a rispondere alla crisi.
Sappiate che il Comune di Alessandria è un interlocutore, specie della CISL: chiediamo solo di potere lavorare insieme su queste cose.
Molte volte dobbiamo rispondere alle nostre responsabilità, che sono quelle che ci vengono dettate da coloro che ci hanno eletto.
Sappiamo rispondere alle sollecitazioni delle organizzazioni sindacali e riteniamo che, all’interno del nostro patrimonio di dipendenti, esistano persone che possano cambiare ritmo da un giorno all’altro a seconda delle mutate esigenze esterne.
Queste, che vi ho illustrato, sono alcune condizioni di quel cambiamento che voi volete cavalcare e che, ovviamente, abbiamo raccolto come punto di riferimento.

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria


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