Grazie a Valerio Gennaro, presidente dell’azienda, all’ingegnere Giovanni Periale, ma anche ai miei assessori Serafino Vanni Lai e Ugo Robutti che sono competenti per materia.
In questi giorni siamo stati impegnati a questionare su vicende che riguardano da vicino l’ambiente.
Con una decisone della Giunta di ieri è stato costituito - presso il corpo di Polizia Municipale - il servizio per l’ambiente e il decoro. Gli ispettori ambientali dell’Amiu saranno quindi collocati in questo nuovo servizio. È un po’ un aperitivo di una più grande ristrutturazione che porterà entro fine anno alla nascita del Dipartimento di Polizia Municipale.
Ma è anche segno che per noi la sicurezza non è solo quella da micro criminalità, ma è anche quella ambientale, perché riguarda da vicino la qualità della vita della nostra comunità.
Noi infatti ritenevamo che la città complessivamente potesse essere migliorata. Voi sapete che abbiamo fatto questo sforzo di orientare la città al verde, perché il verde non è solo un aspetto di ordine estetico, ma perché il verde reimmesso nelle nostre città riduce le isole di calore urbane che si sono create con la sostituzione della natura col costruito.
Reimmettere verde vuol dire aiutare, concorrere ad abbattere le temperature del pianeta che invece tendono ad aumentare. Certo, il nostro è un piccolo sassolino in un mare enorme di iniziative che devono essere assunte, ma è chiaro che vogliamo legare queste politiche: quelle ambientali in generale, quelle di pulizia dell’ambiente, quelle di inserimento del verde, quelle per favorire l’abbattimento di CO2. Sono tutti elementi che si tengono assieme, è una sorta di liaison per ogni nostra decisione.
Come riusciamo a legare assieme l’ambiente con il decoro urbano? Un modo è dato dall’operazione che fa Amiu con questi mezzi, potenziando la propria flotta e rafforzando anche la capacità di spazzamento della città e aggiungo, il lavaggio delle strade. Quest’ultima azione ha due effetti: ridurre le polveri sottili all’interno della città, fermare a terra e farle scivolare via con l’acqua in maniera che non vengano reimmesse nel circuito dell’aria; dall’altra lavare meglio la città, offrire marciapiedi più puliti, strade che abbiano meno rifiuti.
Dovremo certamente chiedere aiuto anche ai nostri concittadini, però noi ci assumiamo le nostre responsabilità e il nostro impegno. A quale costo?
L’investimento di mezzo milione di euro, non è di poca cosa. Costa di più costituire una flotta elettrica, piuttosto che con motori a benzina o a gasolio. Costa il 40% in più! Ma significa che l’abbattimento di CO2 che noi promuoviamo attraverso questi mezzi ad emissione zero ma garantisce una maggiore pulizia dell’ambiente.
È di queste ore un ripensamento dell’Europa in materia di costi per abbattere i gas serra. L’Europa in effetti è stato il conglomerato di paesi più attivo su tale versante: ha firmato il protocollo di Kyoto, nel momento in cui Stati Uniti e Cina si rifiutavano di farlo.
Già, il protocollo di Kyoto. Se l’avessero firmato tutti, nel suo tentativo di stabilizzare la temperatura del pianeta a +2,5° rispetto all’andamento del secolo, sarebbe costato 15.800 miliardi di dollari, mentre l’aumento di temperatura è valutato avere un prezzo pari a 14.500 miliardi di dollari. Costa di più abbattere la temperatura che quello che noi abbiamo pagato per effetto dell’aumento della stessa. Ma l’Europa si è proposta dei livelli ancora più rigorosi: abbattere unilateralmente da 2,5° a 1,5° il livello di temperatura medio. L’operazione sarebbe costata 85.000 miliardi di dollari.
Da tempo noi diciamo che vanno messe assieme le due cose: non si può fare ambientalismo senza attenzione all’economia, non si possono sottrarre danari alle comunità e agli scopi sociali per fare a tutti costi un ambientalismo spinto. Vorrà dire che progrediremo più piano, che assumeremo più piano le nostre iniziative, che l’ambiente finalmente dovrà essere rapportato con le risorse di cui siamo in possesso, per potere reggere.
Dobbiamo anche far conto che in questa fase possediamo migliori conoscenze di quelle di 100 anni fa. Certamente tali conoscenze - già da sole - impediscono di avere gli stessi effetti generati con la non progettazione in termini ambientali della rivoluzione industriale 200 anni fa.
Dico queste cose partendo dalla pulizia delle strade, certo, ma noi incastoniamo nelle grandi questioni filosofiche azioni possibili come queste: pulire le strade, garantire migliore qualità della vita, generare una cultura del decoro e della bellezza estetica e della città come salotto buono. Una cultura che fa presto a disseminarsi, se saremo in grado di dimostrare che queste azioni sono realizzabili.
Io non credo alla educazione della popolazione fatta dalle istituzioni, ma credo sia possibile dimostrare alcune tesi e che gli alessandrini possano valutare se dette tesi sono buone e quindi possono essere accolte o respinte come tesi cattive.
La nostra tesi è che decoro, senso estetico, pulizia, aumentano la qualità della vita. Se questa tesi è raccolta allora registrerete comportamenti collettivi orientati al decoro alla pulizia, al rispetto della propria città, al pensare che questo sia un salotto buono e non una cloaca dove immettere qualsiasi rifiuto della nostra esistenza.
Questo è un po’ ciò che abbiamo chiesto all’Amiu e vedo che con grande soddisfazione che l’Amiu lo sta accogliendo. Le nostre decisioni politiche possono dunque avere un rimbalzo migliorativo sulle condizioni della città e penso che gli sforzi fatti dall’Amiu siano un primo forte, intenso, corposo, poderoso, segnale per dimostrare la verità delle nostre valutazioni prospettiche.

Il Sindaco di Alessandria
Piercarlo Fabbio